di Biancamaria Gentili
Era già accaduto nel 2005, quando Usi/RdB aveva denunciato la “scomparsa” di oltre 250 mila romani.
Si era ripetuto nel 2007, quando lo stesso sindacato aveva scoperto che l’Istituto di statistica non aveva mai, ma proprio mai, comminato le sanzioni previste dalla legge alla moltitudine di non rispondenti (soprattutto imprese) ai questionari statistici.
In entrambe le circostanze, ci furono alcuni che censurarono, tanto duramente quanto rozzamente, le iniziative di Usi/RdB, al punto che un esponente della Cgil locale arrivò addirittura a sollecitare l’Istat a denunciare i responsabili dell’Usi/RdB.
Se a distanza di qualche anno i cittadini desaparecidos della capitale sono stati ritrovati, con gran sollievo per la Regione Lazio, che ha potuto recuperare qualche centinaio di mln di euro di contributi dal Servizio sanitario nazionale, di recente si è accertato che, a seguito dell’azione della Procura della Corte dei conti, che aveva citato in giudizio (tuttora pendente dinanzi alla Corte Costituzionale) i vertici dell’ente di via Balbo, capeggiati dall’allora presidente Biggeri, con l’accusa di aver provocato a seguito della mancata applicazione delle sanzioni un danno erariale di oltre 190 mln di euro, l’Istat finalmente si è decisa a sanzionare i non rispondenti.
Ebbene, per gli anni 2008 e 2009, pur avendo l’ente inopinatamente ridotto a sole 24 le indagini statistiche (peraltro con pochi rispondenti) la cui mancata risposta era oggetto di sanzione, ha accertato violazioni per quasi un milione di euro.
Per l‘anno in corso, col cambio di gestione, le sanzioni verranno applicate a tutte le indagini statistiche, che sono 237.
E’ fin troppo facile ipotizzare che l’Istat si ritroverà con un vero tesoretto, che potrebbe anche superare i 50 mln di euro, da investire in assunzioni.
Eppure, all’indomani della conclusione dell’inchiesta della Corte dei conti erano stati in tanti a fare acrobazie per dimostrare, da un lato, la impossibilità pratica dell’applicazione delle sanzioni e, dall’altro, l’iniquità delle stesse.
Se il governo (Prodi) alla fine del 2007 col decreto “milleproroghe” concesse, con l’avallo dell’opposizione di centro-destra, una sorta di “indulto” ai responsabili della mancata applicazione delle sanzioni (decreto contestato dalla Corte dei conti dinanzi alla Corte Costituzionale), non meno indulgenti furono alcuni studiosi, come Chiara Saraceno (La Stampa del 12 gennaio 2008) e Daniela Del Boca (Lavoce.it del 14 gennaio 2008).Per entrambe, le risposte ai questionari non si devono estorcere a suon di sanzioni.
E l’antico brocardo Dura lex, sed lex dove lo mettiamo?