Redazione
In attesa di nominare il nuovo direttore generale, un'informativa del presidente dell’Istat Giovannini ai sindacati suona la carica contro lo scenario da epica greca che si prospetta per l'ente nei prossimi mesi.
Clamorosa l'ouverture: anche se il decreto di riordino dell'ente ancora non è efficace, "la maggior parte delle disposizioni…cui fa riferimento", sinora attese come la panacea di tutti i mali, "sono comunque vigenti" (sic!).
Dunque, si può riorganizzare la sinora negletta direzione generale (ma questo compito non dovrebbe spettare al nuovo direttore generale? E la separazione dei poteri?). La nuova dg dovrebbe articolarsi "in alcune funzioni di staff e tre aree funzionali", nel rispetto - manco a dirlo - dei limiti legali al numero delle strutture dirigenziali.
La coerenza, innanzitutto. Quanto alla ratio ispiratrice della scelta, la stessa non appare di facile comprensione.
Le strutture trasformate in "staffette" perdono peso, altre mantengono la posizione.
Una vera resurrezione, invece, per il Servizio affari legali, elevato a rango di direzione centrale che verrebbe affidata a Giovanna Bellitti, uno dei cento non fannulloni della P.A. (vedere Il Foglietto n. 17/2010).
L'impressione, ancora una volta, è che le strutture siano pensate per le persone e non viceversa. Nihil sub sole novi, nel solco della migliore tradizione della governance dell'ente.
Con l'aggravante che per il parto del topolino la montagna ha impiegato più di un anno.