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Domenica, 28 Apr 2024

La lettera

Caro Foglietto, non sono molte le persone che in Italia conoscono il Cra, l'Organo del Ministero delle Politiche Agricole, istituito oltre un decennio fa, con il compito impegnativo di svolgere, valorizzare e promuovere la ricerca scientifica e applicata , favorire l'innovazione del sistema agricolo e lo sviluppo rurale.

Doveva essere, almeno nelle intenzioni di chi lo volle, un Ente snello, efficiente, con un apparato burocratico ridotto all'osso, a tutto vantaggio dell'attività di ricerca

Il risultato appare invece decisamente sconfortante: l'unico settore in cui il Cra è indiscusso leader tra tutti gli enti pubblici di ricerca esistenti in Italia è quello degli emolumenti elargiti ai suoi dirigenti, a cominciare dal direttore generale che, con  270 mila e passa euro annui, supera di molte lunghezze i suoi omologhi  di enti con ben altra consistenza e rilevanza, come il Cnr, il cui dg si contenta di  162mila euro.

Non è da meno il presidente, che riceve uno stipendio di "soli" 182mila euro, che, uniti agli emolumenti di ex parlamentare di lungo corso, ne fanno il più ricco tra i presidenti di enti di ricerca italiani.

Ma non finisce qui, perché seguono a ruota i due dirigenti generali, rispettivamente a capo della Direzione centrale affari giuridici e della Direzione centrale attività scientifiche, con 178mila euro ciascuno e una pletora (in crescita) di dirigenti di secondo livello che veleggiano intorno ai 100mila euro annui.

E la ricerca? I progetti innovativi, la formazione dei nuovi ricercatori, la visibilità a livello nazionale e internazionale?

Sembra proprio che,  per queste attività evidentemente considerate residuali, avanzi poco o nulla: se si va a consultare il sito del Cra alla voce" Progetti di ricerca" si scopre che il settore è "in costruzione"; alla voce "Linee di attività"compaiono tre telegrafici paragrafi  ripresi dal piano triennale della ricerca, pubblicato anni or sono sullo stesso sito.

E qui sorge una domanda che finora non aveva avuto risposta: ma allora cosa fanno questi pagatissimi manager della ricerca agricola italiana?

A soddisfare questa curiosità ha provveduto Riccardo Aleandri,  Direttore delle attività scientifiche, col supporto del Comitato di valutazione e del Cda.

Dopo aver valutato nel corso dei due ultimi anni tutte le strutture di Ricerca del Cra,  Aleandri ha deciso di sottoporre a un procedimento "sperimentale" di valutazione dell'operosità, un campione di ricercatori e tecnologi, all'uopo casualmente sorteggiati.

Del tutto irrilevante deve essere sembrato al Direttore delle attività scientifiche il fatto che perfino il ministro Brunetta, noto fustigatore delle asserite pubbliche inefficienze, avesse deciso di rimandare ad una apposita norma, da emanare in tempi non definiti, il delicato problema della individuazione dei criteri per la valutazione dei ricercatori degli Enti pubblici di ricerca.

Così a trenta fortunati estratti a sorte è pervenuta una lettera, a firma del Direttore delle attività scientifiche, che li invita, in termini cortesemente perentori, a far pervenire entro due giorni al Cra un codice personale segreto, compilando un apposito allegato nominativo.

Finalmente il Cra ha raggiunto un primato nazionale anche nel settore scientifico:  quello  di essere il primo ed unico Ente di  ricerca italiano ad aver valutato l'operosità dei suoi ricercatori,  ancorché "casualmente sorteggiati".
Lettera firmata - Napoli

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