di Biancamaria Gentili
La posta in palio è davvero alta. Sul tavolo di Mariastella Gelmini, contestata ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, c’è un pacchetto di nomine che, per la consistenza, non ha precedenti nella storia del Paese: 12 presidenti e 20 consiglieri di amministrazione.
Quasi un Giubileo scientifico che coinvolge enti di ricerca del calibro di Cnr, Infn, Asi, Inaf, Ingv, Stazione Zoologica, Ogs e Inrim, senza trascurare altri enti “minori” come Area per la ricerca di Trieste, Centro Fermi, Istituto nazionale di alta matematica e Istituto italiano di studi germanici.
Si tratta di enti di ricerca vigilati dal Miur che, per effetto del decreto legislativo 213/2009 si sono dotati di nuovi Statuti che, da qualche giorno, sono al definitivo esame del Ministro che ne sancirà l’approvazione, cui seguirà, entro trenta giorni, la pubblicazione, a cura degli enti interessati, in Gazzetta Ufficiale. Cosa che avverrà presumibilmente entro la metà di gennaio.
Da quel momento, cominceranno ad operare i Comitati di selezione previsti dall’art. 11 del suddetto 213, con il compito di fornire al Ministro, per ciascun ente, cinque nominativi per la carica di presidente e tre per quella di consigliere.
I Comitati di selezione, composti da un massimo di cinque persone, scelte tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti in alta amministrazione, e di cui non potrà far parte personale del Miur, dovranno fissare, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature da parte degli aspiranti presidenti e/o consiglieri di amministrazione.
La predetta procedura, però, rischia di esaurirsi in tempi lunghi, con la conseguenza di essere travolta da una possibile crisi di governo
Per scongiurare tale pericolo, secondo autorevoli indiscrezioni raccolte dal Foglietto, starebbe prendendo corpo la possibilità di costituzione da parte del Ministro di un solo Comitato di selezione, per tutti e dodici gli enti, composto da un solo soggetto.
Una sorta di organismo monocratico, che garantirebbe l’espletamento delle procedure previste dalla normativa in tempi brevissimi e, comunque, tali da permettere alla Gelmini di fare le nomine e chiudere la partita, senza correre il rischio di lasciarla in eredità a un possibile successore.
Per il quale sarebbe una vera manna dal cielo.