Redazione
Tra Natale e Capodanno, l’Ufficio Studi della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre, ha sfondato sui media con un’analisi sulla variazione dei prezzi delle tariffe nell’ultimo triennio.
Peccato che i numeri forniti, elaborati a partire da dati Istat, siano risultati del tutto sballati. Per fare un esempio, si è scritto che il prezzo dell’acqua potabile era diminuito dell’1,2% tra il 2008 e il 2010, quando invece per l’Istat il prezzo era lievitato di quasi il 15%.
Nel giro di pochi giorni il comunicato con i numeri “incriminati” è sparito dal sito alla chetichella.
A distanza di poco, la stessa Cgia è tornata sull’argomento con una nuova analisi sull’andamento dei prezzi di alcune tariffe negli ultimi 10 anni, messe a confronto con l’inflazione.
Corretto, come se nulla fosse accaduto, l’errore precedente, la Cgia è scivolata su un’altra tabella.
Anziché indicare il tasso medio annuo di variazione dei prezzi nei periodi 2000-2008 e 2008-2010, ha pubblicato la media aritmetica delle variazioni stesse.
Chissà se per la seconda volta correrà ai ripari e, soprattutto, se ci sarà un sussulto da parte dell’Istat, che per bocca del presidente Giovannini in più occasioni ha dichiarato guerra a mezzo stampa ai presunti esperti che diffondono indicatori irrealistici, minacciando addirittura “di rendere pubblico l’errore” (sic!).