di Antonio Del Gatto
Dopo anni di giurisprudenza oscillante, il Consiglio di Stato ha finalmente fatto chiarezza sulla valenza dello scorrimento delle graduatorie concorsuali vigenti.
Fino ad ora, in presenza di idonei in una graduatoria, regnava la massima incertezza se, sussistendo la necessità di effettuare nuove assunzioni di professionalità desumibili dalla graduatoria, l’amministrazione dovesse attingere dalla stessa ovvero indire un nuovo concorso.
E’ noto che Usi-Ricerca da anni si è fatta paladina della prima tesi, peraltro corrispondente a criteri di economicità, oltre che di efficienza.
E’ con soddisfazione, dunque, che Usi-Ricerca ha accolto la decisione del Supremo consesso amministrativo che, in Adunanza plenaria (sentenza n. 14/2011), ha scritto una parola chiara e definitiva sull’annosa e contrastata questione, affermando che in presenza di graduatorie valide ed efficaci, l’ente deve attingere da queste per coprire i posti vacanti. Deve dare, invece, fondata e congrua motivazione se opta per un nuovo concorso.
Non più dunque potere discrezionale assoluto, ma un vincolo stringente, che se aggirato con vacue formule di stile, può esporre l’amministrazione stessa alla condanna per danno erariale, oltre che all’azione risarcitoria da parte degli “idonei” danneggiati.