di Rocco Tritto
Alla fine della tre giorni elettorale per il rinnovo delle Rsu negli enti pubblici di ricerca, le urne hanno emesso il loro verdetto: Usi-Ricerca non smobilita. Il Foglietto continuerà a vivere.
Il sindacato di vicolo del Buon Consiglio ha totalizzato complessivamente 1225 voti, che consentono allo stesso di mantenere la rappresentatività nazionale nel comparto e di collocarsi al quarto posto, alle spalle delle potenti confederazioni sindacali.
Infatti, da accertamenti effettuati, risulta con certezza che la quota versata mensilmente dagli iscritti all’Usi è, seppur di poco, superiore alla metà di quella versata dagli aderenti alle altre sigle sindacali.
Ne consegue che non una delle predette iscrizioni verrà sottratta all’Usi, contrariamente a quanto accadde nel 2008, quando con un provvedimento scandaloso, le deleghe rilasciate al sindacato vennero “cestinate”, col pretesto che gli iscritti pagavano una quota corrispondente a meno della metà di quella versata dagli iscritti agli altri sindacati.
Il tutto, grazie a una norma protezionistica (art. 43, comma 9, del decreto legislativo n. 165/2011), alla quale le potenti confederazioni sindacali non hanno mai rinunciato. Anzi.
Quella che si è conclusa è stata una campagna elettorale davvero stupefacente, soprattutto dal punto di vista degli investimenti finanziari che le potenti sigle hanno fatto. Giganteschi cartelloni pubblicitari hanno invaso le strade di molte città italiane; intere pagine di importanti quotidiani acquistate, a suon di decine di migliaia di euro, per lanciare l’appello al voto, come pure innumerevoli spot radiofonici.
Ma perché tanto “movimento” per un evento che dovrebbe essere ristretto all’ambiente di lavoro, essendo la Rsu un organismo esclusivamente locale? Semplice la risposta, anche se ignota ai più.
I voti riportati dalle singole liste nei vari posti di lavoro, sommati alle tessere degli iscritti, servono a determinare il numero dei distacchi (lavoratori al servizio del sindacato ma pagati dalla pubblica amministrazione) spettanti a ciascuna sigla. Distacchi che valgono mediamente 50 mila euro annui.
Spostare col voto Rsu dieci distacchi da un sindacato all’altro, vuol dire perdere o guadagnare qualcosa come 500 mila euro. Una cifra che val bene una campagna pubblicitaria in grande stile.
Esattamente l’opposto di quanto ha fatto Usi-Ricerca, il cui risultato è stato frutto solo dell’impegno e della solidarietà di tanti lavoratori, iscritti e simpatizzanti, ai quali la segreteria nazionale del sindacato ha espresso un sincero ringraziamento.