Redazione
Secondo il Rapporto Ires-Cgil, cha ha avuto ampio risalto lo scorso 27 settembre nei telegiornali, sulle principali testate giornalistiche e nei dibattiti politici, i lavoratori italiani negli ultimi 10 anni hanno perso 3.384 euro per colpa dell'inflazione. Che diventano 5.453 se si aggiunge il mancato recupero del fiscal drag.
Tutto falso, dice a distanza di pochi giorni Lavoce.info, che non può essere certo tacciata di comportamenti filogovernativi. Per gli economisti del sito coordinati da Tito Boeri, "qualcosa non torna relativamente ai 3.384 euro persi": i calcoli portano a risultati molto diversi da quelli indicati dal centro di ricerca della Cgil, in quanto il potere d'acquisto delle retribuzioni è invece aumentato di circa 2.000 euro.
La polemica è assicurata, anche perché entrambi fanno riferimento alle statistiche ufficiali dei Conti nazionali. Per dirimere la questione ci vorrebbe un pronunciamento dell'Istat, che però finora non ha preso posizione, rinunciando al suo ruolo istituzionale di autorità in materia statistica.
Eppure, in una recente intervista apparsa su Economy dal titolo "La Statistica è una cosa seria, va punito chi dà i numeri", il presidente Enrico Giovannini nel lamentare l'assenza di un giurì, affermava che "se un soggetto terzo presenta dati fasulli, nessuno lo frena, nessuno lo smentisce". In primis l'Istat, che con il suo silente comportamento non aiuta a ripristinare la corretta informazione.
E’ il caso di dire: Istat, se ci sei, batti un comunicato. Chiarificatore.