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Sabato, 27 Apr 2024

Palazzo ChigiIl sito Italia Domani dovrebbe riportare lo stato di avanzamento dell’attuazione del Pnrr, ma mancano aggiornamenti sul primo semestre 2023. Forse perché molti progetti hanno accumulato ritardi. Il timore è che derivino da limiti di gestione strutturali.

I nodi sulla realizzazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del piano nazionale complementare (PNC) iniziano a venire al pettine. Le prime avvisaglie si sono avute a inizio giugno con la relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, in cui sono evidenziate diverse criticità. Il rischio è che le difficoltà riscontrate nella fase di realizzazione dei progetti, denotino una impreparazione strutturale dei soggetti titolari ed attuatori a portare a termine gli interventi nei tempi prestabiliti. La Commissione europea già intravede per l’Italia un crescente rischio di ritardi e se continuassero ad accumularsi sempre più, l’attesa realizzazione delle misure previste entro il 2026 verrebbe meno.

Come procede la realizzazione delle misure

Nella prima fase hanno prevalso i traguardi, consistiti nell’approvazione di norme primarie e secondarie utili a creare le condizioni per la realizzazione degli interventi entro la fine del 2026, anche sotto forma di semplificazioni delle procedure ordinarie.

Successivamente, sono iniziati ad arrivare a scadenza gli obiettivi quantitativi, in alcuni casi intermedi rispetto a quello finale da raggiungere successivamente.

La terza rata, legata alle scadenze di dicembre 2022, dopo lunghi mesi di trattativa, ha avuto finalmente il via libera dalla Commissione europea, ma è stato decurtato oltre mezzo miliardo di euro (da recuperare in seguito) per il mancato raggiungimento dell’obiettivo sul numero degli alloggi per studenti universitari.

Stato di avanzamento dei lavori del PNRR e del PNC al 30 giugno 2023

Fonte: Database per il Monitoraggio del PNRR/PNC (M. Montella e F. Mostacci)

monitoraggio pnrr 2

Le scadenze PNRR al 30 giugno 2023

Dopo l’approvazione della richiesta di revisione e la verifica dei 20 traguardi (milestone) e 7 obiettivi (target) conseguiti nel primo semestre 2023, potrà essere pagata la quarta rata da 16 miliardi.

Per alcuni di essi, in assenza di un riscontro sul sito ufficiale Italia Domani fermo al 2022, esistono fondati dubbi sul loro conseguimento.

La Riforma del pubblico impiego, prevedeva l’entrata in vigore degli atti giuridici. Una serie di modifiche sono state approvate, tra cui - in ultimo - il Regolamento sull'accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi (DPR 82/2023 del 16 giugno 2023). Però, non per questo si può affermare che sia stato completato il quadro delle modifiche.

La Riforma del processo intende completare l’adozione di tutti i regolamenti e delle fonti di diritto derivato necessari per l’effettiva applicazione delle leggi attuative per le riforme della giustizia con l’adozione di oltre venti atti attuativi. Impegno che il Governo nella terza relazione al Parlamento di fine maggio 2023 dichiarava di voler mantenere, anche se non è facile comprendere se tutti gli atti siano stati effettivamente emanati.

Per quanto riguarda la Riforma sulla semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell'idrogeno sembra manchino alcuni decreti attuativi.

Passando agli investimenti, il Governo ha chiesto di stralciare il target intermedio di 1,4 milioni di metri quadri con riguardo al Sismabonus, non essendo chiaro il contributo che apporterebbe alla transizione verde (probabilmente non è stato conseguito). Per compensare, l’obiettivo dell’Ecobonus viene aumentato da 12 milioni a 13,4 milioni di mq.

Sulla Rinaturazione del Po, per il quale doveva essere rivisto il quadro giuridico, secondo Irpimedia, il progetto si è impantanato ancora prima di iniziare, con i due soggetti proponenti Wwf e Anepla esclusi dal gruppo di lavoro e alcuni dipendenti della stazione appaltante Aipo coinvolti in episodi di corruzione.

Per la Installazione di infrastrutture di ricarica elettrica si registrano ritardi nell’aggiudicazione degli appalti pubblici.

L’accordo per promuovere la transizione dal metano all'idrogeno verde in settori hard-to-abate si caratterizza per due elementi di debolezza riconducibili a “eventi e circostanze oggettive” e a difficoltà amministrativo-normative. Per questo motivo, secondo quanto riportato sulla piattaforma ReGiS al 19 giugno, il traguardo non era stato raggiunto.

Per l’installazione di Stazioni di rifornimento a idrogeno è stato chiesto di ridurre l’obiettivo previsto da 40 a 35 colonnine.

Il Rinnovo del parco ferroviario regionale ha fatto registrare forti ritardi nell’aggiudicazione degli appalti, per l’insorgere di maggiori costi e caro prezzi di energia e materiali, ritardi nella consegna, oltre a possibili ritardi legati alle procedure.

Per la Space economy non è chiaro se sono stati aggiudicati tutti gli appalti pubblici, anche per la sovrapposizione e duplicazione con i progetti previsti dal Pnc.

Il sostegno finanziario previsto dal Fondo impresa donna alle Imprese femminili è stato attivato attraverso uno sportello per la presentazione delle domande relative alle agevolazioni. Al 30 giugno 2023, sulla base dei requisiti di ammissibilità erano state individuate 743 beneficiarie, ma l’obiettivo dell’effettiva erogazione a 700 imprese non sembra essere stato conseguito.

La Costruzione, Riqualificazione e messa in sicurezza di asili nido, scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura della prima infanzia si è scontrata con l’aumento costi e/o la scarsità materiali, oltre a difficoltà normative, amministrative, gestionali. Il numero insufficiente di progetti presentati, in particolare al Sud, risente della cronica incapacità progettuale degli enti locali.

Il Piano nazionale complementare (PNC)

Le cose non vanno meglio per il Piano nazionale complementare da 30,6 miliardi di euro, formato da 24 programmi di investimento aggiuntivi, per un importo di 19,369 miliardi di euro e 6 programmi “cofinanziati” PNRR-PNC, per un importo di 11,254 miliardi di euro.

Non avendo gli stessi vincoli di rendiconto alla Commissione europea, il PNC viaggia a ritmi ancor più rallentati. Il monitoraggio sullo stato di avanzamento dei lavori al 30 giugno 2023, affidato alla Ragioneria Generale dello Stato, evidenzia che su 23 obiettivi del secondo trimestre ne erano stati conseguiti appena 4 (17%), altri 10 erano in ritardo (44%) e 9 non conseguiti affatto (39%).

Cosa va fatto entro il 2023

Il Governo italiano ha presentato alla Commissione europea una proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oltre al definanziamento di 9 investimenti per quasi 16 miliardi di euro, le modifiche comporteranno anche la rimodulazione (generalmente al ribasso) di obiettivi e traguardi che interessano 144 tra investimenti e riforme, nonché l’aggiunta di nuovi obiettivi di politica energetica previsti da RePowerEU.

Le modifiche richieste non appaiono marginali e la Banca d’Italia ha osservato che la rimodulazione di fondi già assegnati rischia di rallentare l’implementazione dei progetti interessati.

La revisione comporterà anche lo slittamento dell’iter di validazione e pagamento della quarta rata.

Nel frattempo, dovranno essere portati a compimento 24 traguardi e 45 obiettivi del PNRR entro il 31 dicembre 2023, tra cui quelli riguardanti la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e l’ammodernamento di quelli esistenti. Ad essi si aggiungono altri 35 obiettivi del fondo nazionale complementare. I ritardi fin qui accumulati non consentono distrazioni sul conseguimento delle misure già concordate con la Commissione europea, a prescindere dall’esito della revisione in corso. La strada è tutta in salita.

L'articolo è apparso anche su LaVoce.Info con il titolo Per Pnrr e Pnc i nodi arrivano al pettine

Franco Mostacci
ricercatore statistico, analista economico, giornalista pubblicista
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 Monica Montella
 ricercatrice senior in campo economico e di contabilità nazionale presso l’Istat

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