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- di Benedetto De Vivo
Negli ultimi due anni sono intervenuto varie volte in merito a problemi della Riforma Universitaria in generale.
Negli ultimi due anni sono intervenuto varie volte in merito a problemi della Riforma Universitaria in generale.
In questi ultimi giorni, a parte qualche alluvione - che peraltro si verifica di solito dove c’è già stata, senza che per questo crescano le speranze di identificare i responsabili dei mancati interventi di prevenzione - stampa e televisione, che li approfondiscano o meno, finiscono per parlare sempre di due argomenti: l’avanzata dell’Isis/Califfato, di cui ci siamo occupati due settimane fa, e l’elezione, ma meglio sarebbe dire la mancata elezione, dei giudici della Corte costituzionale. Problematica, quest’ultima, sopravvissuta all’altra, parallela, forse chiusa forse no, dell’elezione dei membri laici del Consiglio superiore della magistratura.
Con l’intervento di un gruppetto di persone di indirizzo culturale e politico abbastanza omogeneo (Carrozza, De Rita, Nicolais, Novelli e Tocci), laddove sarebbe stato forse più opportuno far partecipare anche qualche altro personaggio di diverso orientamento, lunedì prossimo, 27 ottobre, si terrà, presso la sede centrale del Cnr (Aula Marconi), la presentazione del libro dell’ex presidente Lucio Bianco, edito da Donzelli, “La ricerca e il Belpaese. La storia del Cnr raccontata da un protagonista”, che viene proposto in forma di conversazione dell’autore con Pietro Greco, giornalista scientifico dell’Unità.
Fin dal momento della loro istituzione nelle Università, in particolare nella mia di Napoli Federico II, ho preso posizione e scritto documenti contro l'esistenza dei cosiddetti Centri di Competenza e/o di Eccellenza e Interdipartimentali, avendoli sempre etichettati (attirandomi inimicizie) come Centri di Appartenenza, laddove si può indossare il cappello pubblico (dell'Università) che può risultare buono per tutte le occasioni, anche private.
L’articolo del Foglietto della scorsa settimana La “buona scuola” targata Renzi si affida all’hackathon, a firma di Adriana Spera, oltre ad aver fatto registrare un notevole numero di lettori, è apparso anche nella rassegna stampa della Flc-Cgil che, evidentemente, lo ha ritenuto meritevole di attenzione, nonostante in esso non fosse citata la sigla sindacale.
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