di Adriana Spera
Il governo Berlusconi non finisce mai di stupire. Si pensava fosse liberista, invece ci si è dovuti ricredere: è solo integralista.
Sarà per questo che personaggi alla De Mattei restano al loro posto.
Ma veniamo al fatto. Ikea, nota azienda svedese produttrice di mobili, per pubblicizzare un nuovo punto vendita ha usato un manifesto che ritrae due uomini, mano nella mano, in cui campeggia lo slogan "Siamo aperti a tutte le famiglie".
Un chiaro riferimento alle coppie dello stesso sesso, che in Svezia, paese civile, godono dal 1994 grazie al Registrerat partnerskap dello stesso status delle altre coppie e dal 2009 possono contrarre matrimonio anche nella chiesa evangelica luterana.
Ebbene, il “ministro della famiglia” Giovanardi, dimenticando che ogni azienda è libera di fare le campagne pubblicitarie che vuole, purché non utilizzi messaggi e immagini oscene e offensive, ha definito incostituzionale il manifesto.
Una "campagna pubblicitaria incostituzionale" è davvero una novità nel bestiario che quotidianamente si ascolta. Meglio avrebbe fatto il ministro a ricordare i diritti costituzionali al governo di cui fa parte, quando ha cancellato il diritto dei cittadini ad abrogare leggi mediante referendum.
Chissà cosa avrebbe detto Giovanardi se avesse saputo che nel prossimo questionario censuario ci sarebbe stata una domanda volta a rilevare le coppie dello stesso sesso. Meno male che ci ha pensato l'Istat a cassarla, sicuramente all'insaputa del fervente ministro.
Si può dire, invece, con certezza che, seppure informati e interrogati in merito dal Foglietto, noti difensori dei diritti delle coppie dello stesso sesso, come il governatore Vendola e il deputato europeo Vattimo, non hanno fornito alcuna risposta.
Ma forse quando il mondo dell'associazionismo, come quello gay, è diviso è politically uncorrect esprimersi.
Si rischia di perdere voti.