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Giovedì, 04 Lug 2024

Narra la leggenda che la sirena Partenope, simbolo della città di Napoli, dimorasse nel Golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, e che da qui ogni primavera emergesse per salutare le genti felici che lo popolavano, allietandole con canti di gioia.

Una volta, la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti, accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato e, per ringraziarla, sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnarle i doni della natura: la farina, la ricotta, le uova, il grano tenero, l'acqua di fiori d'arancio, le spezie e lo zucchero.

La sirena depose le offerte preziose ai piedi degli dei, che riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima pastiera, che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

La pastiera, però, è un dolce molto diffuso non solo in Campania ma anche in Calabria, dove in suo onore si celebra, nella settimana che precede la Pasqua, addirittura una sorta di festival, organizzato dal Laboratorio di Documentazione dell’Università della Calabria e dall’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Rende, in collaborazione con l’Icar-Cnr di Napoli.

La quarta edizione della kermesse calabro-dolciaria si è tenuta lo scorso 18 aprile, giornata non festiva, nella Sala dello University Club dell’Università della Calabria, dove 21 appassionati di pasticceria, non professionisti, si sono dati appuntamento per sottoporre il rinomato prodotto - che a norma di regolamento “deve essere preparato prima della performance e portato sul luogo della gara già cotto, impiattato (sic!) e integro”- alla degustazione di 75 votanti tra docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo.

Leggesi nel resoconto della manifestazione, apparso sul sito dell’Università della Calabria, che “al termine di una impegnativa prova di degustazione, vista la qualità delle pastiere in gara, e dopo il voto dei 75 ’giudici popolari’, sono arrivati in finale i dolci realizzati da Alessandra Verardi, Simona Perfetti e Angela Ritacca”.

“A questo punto – si apprende sempre dal puntuale resoconto - è entrata in scena la giuria (d’onore, ndr), composta dai rettori dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, dell’Università “Bicocca”, Maria Cristina Messa (che è anche vice presidente del Cnr, ndr), e da Gianni Cuda, in rappresentanza del rettore dell’Università di Catanzaro Aldo Quattrone (già direttore Isn-Cnr e attuale responsabile di unità di ricerca presso terzi dello stesso Cnr, ndr )”, che all’ultimo momento avrebbe dato forfait.

“Alla fine – recita la cronaca dell’evento - il primo premio (Pastiera dell’anno 2014, ndr) è andato ad Angela Ritacca, ma unanime è stato l’apprezzamento anche per le pastiere degli altri due finalisti, insieme alla sottolineatura di una bella e riuscita iniziativa che rappresenta uno degli appuntamenti più simpatici dell’Ateneo”.

Che si tratti di una manifestazione seria e di notevole portata culturale, il cui unico neo sembra essere forse quello di non avere alcuna attinenza con le finalità istituzionali degli Atenei coinvolti e del Cnr e di essersi svolta in una giornata lavorativa, è confermato dalla puntigliosità del regolamento della gara che prevede, tra l’altro, che “l’organizzazione declina qualsiasi responsabilità per eventuali incidenti e danni a persone e cose durante e dopo la gara e riconducibili ai prodotti assaggiati”.

Per la serie: nulla a pretendere, se il prodotto dovesse provocare qualche disturbo gastrointestinale; se qualcuno dovesse eccedere nella degustazione o se tra gli assaggiatori dovessero volare ... pastiere".

Ad maiora!

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