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Venerdì, 03 Mag 2024

Riteniamo che sia maturo il tempo per fare qualche doveroso appunto al Codice di Comportamento del Cnr, così come lo ha recepito l’Amministrazione con deliberazione del cda n. 132 del 10 luglio 2014 e così come è pervenuto via email al personale dell’ente lo scorso 13 ottobre.

Meriterebbe certo una approfondita analisi l’intero testo con i suoi 23 articoli super dettagliati, ma ci limiteremo ad un macro esame del “Codice”, sollevando alcune osservazioni ed avanzando alcune domande, forse ovvie.

Tanto per iniziare: la Costituzione Italiana che fine ha fatto?

Nessuno nel “Codice” l’ha citata, eppure nasce tutto da lì, comprese le norme di riferimento alle quali si ispira il testo in esame. Peccato che il più delle volte queste nobili Leggi, vengano disattese.

Come?

Partiamo dal Preambolo per rilevare la prima incongruenza, si cita che: “... il “Codice” si ispira, tra gli altri, ... al principio di trasparenza”.

Quando? E, soprattutto, chi?

Ad eccezione delle retribuzioni dei Dirigenti, obbligo di legge, poco altro viene reso noto.

Sarebbe invece auspicabile, proprio in virtù del tanto enfatizzato principio di trasparenza e di tutti gli altri principi citati: dignità, correttezza, moralità, et similia, che le singole Strutture dell’ente, grazie al fatto che il Dirigente risponde in proprio dei propri dati, palesassero ad esempio per la propria realtà:

- le ore di straordinario autorizzate e pagate;

- il lavoro in turni autorizzato e pagato;

- i corsi autorizzati e la motivazione della concessione;

- le missioni;

- i criteri di accoglimento o di trasferimento del personale;

ed ancora, nel rispetto della professionalità dei singoli dipendenti, ciascuno con la propria specificità:

- gli incarichi conferiti;

- i gruppi di lavoro o di studio istituiti:

- le partecipazioni a commissioni varie;

tanto per sapere: CHI – FA – COSA.

Ne consegue che occorre trovare risposte ad altre domande.

Alcune concessioni, forse, sono forme di premialità? E come si valorizza il merito?

Considerato quanto appena illustrato, non è facile trovare motivazioni forti in quella parte del personale “sempre esclusa”, quasi dimenticata.

Di questi colleghi l’ente non conosce la professionalità, la formazione, il curriculum e per loro i Responsabili non hanno mai attivato leve per favorirne lo sviluppo e la crescita professionale (comma 2 art. 7 del “Codice”).

 

E le pari opportunità?

Per alcuni dipendenti non si è manifestata in tutta la carriera Cnr neppure una sola opportunità, figurarsi “le pari opportunità”. Ciò nonostante al punto 4 dell’art. 17 del “Codice” si scrive che i dirigenti/direttori dovrebbero affidare incarichi sulla base delle professionalità e secondo un criterio di rotazione, valutando in modo imparziale i collaboratori, dando a ciascuno l’opportunità di crescita, valorizzando ciascuno secondo le proprie attitudini nell’ottica del benessere organizzativo.

Peccato che la rotazione a cui spesso assistiamo sia quella del peregrinare del personale che dimenticato, molte volte anche irritato, vessato e demotivato, è costretto a trasferirsi altrove.

E il tanto evidenziato Benessere organizzativo?

Facciamoci a questo punto aiutare dal Dizionario della Lingua Italiana Hoepli, che alla voce benessere cita : “Stato di buona salute, di prosperità – Serenità, equilibrio”; “Stato armonico di salute, forze fisiche e spirituali”; “Condizione di prosperità garantita da un ottimo livello di vita e da vantaggi equamente distribuiti”.

Evidentemente non è quello a cui si ispira il nostro Cnr e non è ciò che si realizza per una discreta fetta di dipendenti dell’ente, che in diverse occasioni ha manifestato disapprovazione verso decisioni istituzionali, da ultimo la polizza sanitaria, di cui presto torneremo a occuparci.

A noi non risulta affatto che “tutti sono trattati con uguale rispetto e considerazione e non vengono discriminati ad esempio per le loro convinzioni personali”.

Conviene invece, riflettere su quanti hanno:

- difficoltà a manifestare liberamente il proprio pensiero;

- impossibilità ad esercitare diritto di critica;

- opposizione nell’esplicitare un personale giudizio o valutazione.

E allora il diritto costituzionale di libertà di opinione, di libera manifestazione delle proprie idee e, quindi, il rispetto verso chi la pensa diversamente, di chi rivendica civilmente un dignitoso ruolo, al Cnr chi lo tutela?

Forse lo stesso Responsabile che a volte ti prevarica e ti intimidisce?

 

E già, esattamente due anni fa, il Direttore Generale ebbe a pubblicare una nota a sua firma, nella quale comunicava che non si sarebbero prese in considerazione le denunce anonime. A questa iniziativa seguì la garbata contestazione di un dipendente, pubblicata dal Foglietto.

A distanza di mesi da quella risposta, ci piacerebbe chiedergli quante denunce firmate e protocollate ha ricevuto e quante meritavano di essere prese in considerazione.

E così col pretesto di non poter/dover disturbare il conducente, si innesca un perverso clima omertoso, che non ha certo positive ricadute sul “Benessere organizzativo” del sistema tutto.

Nel sistema tutto poi, dovrebbe rientrare anche un comportamento idoneo, rispettoso e responsabile, che tenga ben presente l’interesse dell’Amministrazione nel suo complesso.

Trascuriamo volutamente quelli che un tempo erano definiti i doveri del pubblico dipendente, perché ci sarebbe molto da dire a partire dal linguaggio per finire al decoro, doveri che vengono giornalmente violati da Alcuni.

Il Codice di Comportamento riserva un’attenzione particolare al comportamento da tenere in servizio ed al contatto con il pubblico, condotta che dovrebbe essere ispirata agli standard di qualità e quantità fissati dall’Amministrazione nella apposita Carta dei Servizi, come cita il comma 3 dell’art. 12 del Dpr n. 62/2013 al quale il “Codice” si ispira.

Molto bene. Curiosando sul sito ufficiale del Cnr, rintracciamo, attraverso un dedalo di link, la sezione dedicata all’ Amministrazione Trasparente ed al 16° punto la voce “Servizi erogati” sottotitolata: Carta dei servizi e standard di qualità, costi contabilizzati, tempi medi di erogazione dei servizi.

Clicchiamo. Peccato! La pagina non è disponibile!

Non sono stati dettati né standard, né tempi, né servizi erogati al Cnr.

Ma l’ente lo sa? Il suo presidente ne è a conoscenza? Dunque a quali standard dell’Amministrazione il personale deve ispirarsi?

Questa è l’ultima domanda che avanziamo, non perché non ne abbiamo altre, ma solo per timore di tediare i nostri lettori, nei confronti dei quali cerchiamo di avere il massimo rispetto.

A differenza di altri!

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