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Venerdì, 03 Mag 2024

Il 1° dicembre scorso, in una trasmissione su Canale 21 di Napoli, sul tema Zona Rossa al Vesuvio e Campi Flegrei, é stata trasmessa una mia intervista nella quale ribadivo la mia posizione sulla scellerata decisione di costruire il più grande Ospedale dell'Italia meridionale, a 7,5 km di distanza dal cratere e in piena Zona Rossa, e su quanto sostiene l'attuale Assessore alla Protezione Civile della Regione Campania, nonché collaudatore dello stesso Ospedale, Prof. Eduardo Cosenza, che continua a fare equivoco fra rischio sismico e rischio vulcanico.

Queste, equivoche, mezze verità, enunciate dogmaticamente, provocano solo danno, perché tolgono ogni credibilità alle Istituzioni.

L'assessore Prof. Cosenza potrebbe dire che l'Ospedale ormai é costruito, su decisione di Amministrazioni precedenti, e che esso sarà utilizzato, per quanto possibile, in funzione dei comportamenti di Madre Natura (eruzioni del Vesuvio).

Non mi sono mai sognato di chiederne l'abbattimento ...  ma vista la pervicacia delle posizioni, volutamente, equivoche del Prof. Cosenza, sulla sicurezza antisismica della struttura, non possono non venire alla mente altre costruzioni altrettanto anti-sismiche, recentemente venute alla cronaca: quelle del Progetto C.A.S.E. di L’Aquila.

Al momento, di quest’ultimo Progetto si sa solo che é in corso un processo e che per esso ha già patteggiato la pena Mauro Dolce, professore di Ingegneria sismica, che continua, nonostante tutto, a mantenere il proprio incarico di Dirigente presso la Protezione civile, con un altro eccellente super-esperto di Ingegneria sismica, anch’egli rinviato a giudizio (non risulta ci siano al momento provvedimenti per i Collaudatori).

Oltre a garantire sulla sicurezza sismica dell'opera, il Prof. Cosenza affermava, in modo del tutto asseverativo, che la probabilità che l'Ospedale venga investito da un flusso piroclastico sarebbe di non più dell'1% (!).

Rispetto alle sicurezze espresse dal Prof. Cosenza sulla resistenza della struttura ad un flusso piroclatico non si può che rimanere allibiti .... non si capisce se si riferisse ad una struttura con i malati dentro l'Ospedale oppure ad una struttura vuota!

Riguardo alle fantomatiche "probabilità" espresse con tanta sicurezza, rimando alle sagge considerazioni fatte su Il Foglietto della scorsa settimana dal prof. Enzo Boschi, che commenta in modo pungente e giustamente canzonatorio le performance statistiche di 3 Ricercatori dell'Ingv (Paolo Papale, Warner Marzocchi, Giuseppe De Natale), in merito ai loro giochetti probabilistici su una prossima eruzione "di dimensione biblica" nei Campi Flegrei, valutata addirittura con la probabilità di verificarsi del 10%! Probabilità che vanno a braccetto con quelle del Prof. Cosenza sulla valutazione dell'1% che riguarderebbe il caso dell'Ospedale sotto il Vesuvio.

Come dice Boschi, se non si trattasse di 3 Ricercatori che, ahinoi, si trovano a ricoprire incarichi di responsabilità per il settore vulcanologico nell'ambito dell'Ingv, ente di riferimento della Protezione civile, sarebbe il caso di buttarla in goliardia.

Come scritto in altri miei interventi, c'é solo da sperare che qualcuno a livello di Governo si decida di sottrarre "la pazziella finita in mano ai creaturi".

Riguardo alla statistica applicata alla valutazione dei disastri naturali, richiamo che nella recente sentenza emessa a L'Aquila in grado di appello (assoluzione per i componenti della Commissione Grandi Rischi, con la sola condanna a 2 anni per il Prof. B. De Bernardinis), una cosa é chiara, vale a dire che i Giudici riconoscono che i principi "scientifici" basati su metodi probabilistici sono assolutamente infondati, e che non possono essere utilizzati nella prevenzione contro i disastri naturali.

Questi metodi determinano un senso di sicurezza assolutamente ingiustificato, anche perché le “probabilità” che si usano (e che l'esperto di Ingegneria Sismica, Paolo Rugarli, definisce meglio come burocrabilità) sono solo dei numeri senza alcun significato fisico.

In sostanza, le “probabilità” sono burocrabilità perché hanno la pretesa di oggettività … senza dati.

La critica non è quindi rivolta all'uso della probabilità in generale, ma solo alla sua distorsione, in questo caso "politica" e normativa (vedi Bruno De Finetti: Probabilità: guardarsi dalle contraffazioni).

E questi punti di vista ben si accordano con quanto sosteneva il famoso matematico Russo Andrej Nikolaevich Kolmogorov, che faceva una netta distinzione fra "statistica" e "statistica politica".

Nel suo ruolo di scienziato, prestato alla politica, mi sembra evidente quale tipologia di statistica prediliga il Prof. Cosenza.

Le tante calamità naturali che investono il nostro territorio dimostrano in modo paradigmatico i disastri che si generano per la popolazione inerme quando gli scienziati si piegano ben volentieri alle “distorsioni” della politica, attraverso l'utilizzo della burocrabilità.

Nel caso dell’alluvione che ha colpito la città di Genova, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli ha ammesso molto onestamente che il modello matematico ... sì era sbagliato, precisando anche che non era il caso di crocifiggere nessuno.

Che la scienza non sia infallibile riguardo alle previsioni sui potenziali disastri naturali, lo ripeto inascoltato come un mantra da anni, in contrasto con le sicurezze granitiche che la Protezione civile e i propri "scienziati" di riferimento forniscono riguardo al rischio Vesuvio.

Quanto potrebbe succedere nell'area vulcanica napoletana, a fronte di previsioni sbagliate, é inimmaginabile. Nel caso del Vesuvio non é sostenibile che la PC continui a basare il Piano di Emergenza sul fatto che i vulcanologi di cui si avvale si ostinino a garantire che saranno in grado di prevedere una eruzione con largo anticipo.

Bisogna che la Protezione civile si convinca che la Natura "non conosce la matematica", lasciando perdere la falsa scienza della burocrabilità e della "statistica politica", adoperandosi a che il Governo faccia l'unica cosa possibile per un territorio esplosivo (e non solo dal punto di vista vulcanico) come quello Vesuviano e Flegreo: un piano, a lunga scadenza, per costruire vie di fuga, quanto più ampie possibili, e che si dipartano radialmente dal cratere verso l'esterno, per consentire alla popolazione di allontanarsi autonomamente nel giro massimo di 12 ore dalla Zona Rossa!

E soprattutto adoperandosi a che le Zone Rosse vengano escluse da qualsiasi ipotesi di potere usufruire dei benefici di condoni edilizi.

Le Istituzioni, per prime, non diano il pessimo esempio di costruirci al loro interno strutture di utilità pubblica sulla base del falso assunto che non si dovrebbe impedire alle popolazioni di usufruire, per esempio, di un'opera come un Ospedale.

E' poco condivisibile, in tutto questo, che dia forza a questa posizione politica, l'attuale Vice Presidente della CGR della PC, Prof. Mauro Rosi, vulcanologo, il quale, parafrasando alla lettera quanto sostenuto dal politico di turno, l'Assessore alla PC della Regione Campania, afferma (Le Scienze, agosto 2014, pag. 45), che ci sarebbe qualcuno (vale a dire il sottoscritto) "più realista del Re, chiedendo una cautela ancora maggiore, fino alla paralisi della collettività, e che ha alimentato una polemica sulla costruzione di un grande ospedale nel quartiere di Ponticelli a Napoli, all’interno dell’area rossa”.

Il vulcanologo Rosi non é tenuto a conoscere gli aspetti affaristici legati all'intera vicenda della Variante di Piano Regolatore del Comune di Napoli che ha consentito e quindi legittimato lo spostamento dell'Ospedale, sempre a Ponticelli, da una zona di relativa massima sicurezza a quella attuale di massima insicurezza.

Molto semplicemente, come vulcanologo, e in particolare nella propria qualità di Vice Presidente della CGR, avrebbe il dovere di dire a chiare lettere ai cittadini in base a quale presupposto scientifico l'Ospedale é stato costruito nella sua attuale ubicazione, dove i vulcanologi dell'Università di Pisa, su commissione della Regione Campania, riportano nelle Mappe di Rischio vulcanologico, la presenza di un flusso piroclastico dell'eruzione sub-pliniana del 1631! Vale a dire dell'eruzione che viene presa a riferimento dalla PC nell'elaborazione del Piano di Emergenza.

Insomma ci troviamo di fronte all'evidenza paradigmatica della dipendenza totale della verità scientifica rispetto alle scelte politiche.

Nelle vicende umane non c'è nulla di più tragico del ridicolo ... ed è davvero tragico/comico che in caso di emergenza al Vesuvio la prima struttura a dovere essere evacuata dovrebbe essere un Ospedale, un luogo che, fino a prova contraria, in una tragica circostanza sarebbe deputato a riempirsi!

Ma chissà potrebbero pur sempre restare all'interno di quella struttura il Prof. Cosenza ed i suoi epigoni, a dimostrare la sicurezza dell'Ospedale nel caso, non augurabile a nessuno, che venisse investito da un fronte d'urto di circa 600°C, alla velocità di 200 km/ora.

* Professore Ordinario in Geochimica Ambientale presso l'Università di Napoli Federico II e Adjunct prof. presso Virginia Tech, Blacksburg, VA, USA

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