di Rocco Tritto
L’offensiva senza precedenti del governo Berlusconi nei confronti dei dipendenti pubblici sta per manifestarsi in tutta la sua intierezza.
La riduzione a quattro degli undici comparti di contrattazione, prevista del decreto legislativo (Brunetta) n. 150, che Aran e confederazioni sindacali stanno cercando di concretizzare con un apposito accordo quadro, è senza dubbio propedeutica all’attuazione di misure finalizzate al livellamento verso il basso delle retribuzioni che, comunque, fino al 31 dicembre 2013 non solo non subiranno alcun aumento, per il blocco dei contratti, ma perderanno potere di acquisto per i noti effetti dell’inflazione.
Il danno maggiore, soprattutto per i lavoratori della Ricerca, si manifesterà proprio a far data dal 2014, con il prossimo ccnl che, con ogni probabilità, vedrà quello che è oggi il piccolo comparto Ricerca incorporato nel pletorico comparto Ministeri.
Ebbene, il disegno governativo che sta manifestandosi in queste ore all’Aran prevede, in occasione del prossimo rinnovo contrattuale, un livellamento verso il basso delle retribuzioni (stipendio, accessorio, buono pasto, indennità varie). In pratica, quelle della Ricerca verranno adeguate a quelle dei ministeriali che, storicamente, sono più basse.
Medio tempore, in attesa dell’effettiva “perequazione” verso il basso, i lavoratori della Ricerca manterranno ad personam, e fino a riassorbimento totale, la differenza retributiva.
Si tratta di un’operazione unica nella storia del lavoro in Italia dal dopoguerra ad oggi. Un progetto che non sarebbe mai potuto passare se Brunetta & co. non avessero avuto il placet di note sigle sindacali filogovernative.