Comunicato stampa
I due enti hanno pagato con difficoltà gli stipendi di ottobre e rischiano di non essere più in grado di pagarli a breve, mentre circa 500 precari rischiano il licenziamento.
“Inea e Inran sono lo spaccato dell’abbandono della ricerca e dei beni comuni in Italia”, dichiara Claudio Argentini, della Segreteria Nazionale Usi/ RdB-Ricerca. “I due enti hanno gravi problemi di cassa a causa di fondi strutturali totalmente insufficienti, che li costringono a cercare commesse da amministrazioni pubbliche e imprese private. Tutto ciò ha enormi costi in termini di indipendenza e autonomia dei ricercatori, a dimostrazione che la ricerca pubblica italiana da Bene Comune rischia di diventare un bene al servizio delle imprese” .
Sottolinea Argentini: “Più in generale ad essere in gioco è il futuro degli enti di ricerca che in Italia si occupano di agricoltura e alimentazione. Infatti oltre a Inran e Inea anche il Cra, vigilato anch’esso dal Ministero dell’Agricoltura, è lasciato nel più completo stato di abbandono, con più di 300 precari, mal organizzato e con un età media del personale molto alta a causa della mancanza di un piano assunzionale concreto finalizzato al rilancio”.
“Ma se la Ricerca Pubblica va verso il fallimento - si domanda il dirigente sindacale - come si pensa che Paese possa uscire dalla crisi? Domani andremo sotto all’Agricoltura, anche in assenza di un Ministro, perché i lavoratori non possono aspettare e perché, qualunque sia il prossimo Esecutivo, non potrà eludere questa fondamentale domanda”, conclude Argentini.
DOMANI, 16 NOVEMBRE 2011, PRESIDIO IN DIFESA DEL FUTURO DI INEA E INRAN
A RISCHIO STIPENDI E 500 PRECARI
Roma, Ministero dell’Agricoltura - via XX settembre ore 9.00-12.00