Giornale on-line fondato nel 2004

Mercoledì, 03 Lug 2024

Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie, di Matt Reeves, con Andy Serkis, Jason Clarke, Gary Oldman, Keri Russell, Toby Kebbell, Kodi Smit-McPhee, Enrique Murciano, Judy Greer, Kirk Acevedo; durata 130’, nelle sale dal 30 luglio 2014 distribuito da 20th Century Fox.

Recensione di Luca Marchetti

Dopo l’incredibile successo, di critica e di pubblico, del precedente L’alba del pianeta delle scimmie, non è stata certo una sorpresa scoprire che la Fox aveva già messo in cantiere un sequel.

Sostituto Rupert Wyatt (colui che è riuscito a resuscitare la saga del Pianeta delle scimmie dopo il disastro del remake di Burton) con Matt Reeves (autore degli onesti Cloverfield e Blood Story) alla regia, la produzione ha cercato di confermare le buone intenzioni degli sceneggiatori Rick Jaffa e Amanda Silver e portare la storia verso nuove, audaci direzioni.

Il film è ambientato circa venti anni dopo l’esplosione di un virus, che ha decimato la popolazione umana, ormai ridotta a vivere in piccoli gruppi improvvisati. In questa devastazione sociale, la scimmia Cesare governa la propria comunità di scimmie con saggezza e forza, esercitando tutta la propria immensa autorità.

La vita tranquilla viene interrotta dall’incontro, inaspettato, con alcuni uomini disperati cui il primate, dopo diverse resistenze, decide di dare una mano. Questa decisione farà precipitare gli eventi e porterà a una terribile guerra tra scimmie e umani.

Tradendo una solida e ingombrante influenza dall’opera di Christopher Nolan (tanti, forse troppi, i punti di contatto con la trilogia del Cavaliere Oscuro), Matt Reeves immerge la propria storia in un’atmosfera cupa e senza alcuna speranza, un dramma quasi bellico, che restituisce al proprio pubblico, oltre a un’encomiabile dose di spettacolo, un impatto emotivo/tragico disarmante, inedito per film di questo genere.

I meriti della riuscita della pellicola,  narrativamente e esteticamente, sono da attribuire, principalmente, all’incredibile lavoro fatto dalla Weta Digital nel comparto degli effetti speciali.

Basterebbe guardare la cura con cui è ricreata l’intera colonia di scimmie per rimanere senza parole. E’ questo uno dei fattori che rende la figura di Cesare il pilastro portante su cui poggia l’intera saga. Ad accrescere la potenza visiva del protagonista interviene poi anche la magistrale interpretazione di Andy Serkins, il grande attore che ha prestato il proprio corpo alla scimmia. E’ grazie soprattutto alla sua prova sofferta e viscerale che il personaggio compie nell’arco del film una nuova evoluzione, arrivando a trasformarsi (arricchito da un sofferto travaglio psicologico) da leader a Dio incarnato.

E in quest’ascesa alla divinità che scorgiamo già la fine della razza umana, resa evidente dalla scomparsa fisica (e recitativa) dei vari Jason Clark, Keri Russell e Gary Oldman, eclissati dall’ombra del grande Cesare.

La vittoria delle scimmie di Apes Revolution è l’ultima dimostrazione che il blockbuster, dopo l’avvento nel 2008 di The Dark Knight, ha intrapreso una strada ideologica diametralmente opposta alla tradizione terribilmente umana dei Transformers 4 di Michael Bay.

Staremo a vedere chi vincerà in questa lotta per il cinema d’intrattenimento, se i primati o gli uomini.

empty alt

Tolve, bellezza lucana che affonda le sue radici nel terzo millennio a.C.

San Rocco è il Santo più venerato nel mondo cattolico. Nei miei viaggi per i borghi lucani la sua...
empty alt

In Adriatico sono tornate le mucillagini

In Adriatico sono tornate le mucillagini la cui composizione potei analizzare, tra primi, nel...
empty alt

Illegittimo affidare il controllo della prestazione lavorativa a un investigatore

Con ordinanza n. 17004/24, pubblicata il 20 giugno 2024, la Corte di cassazione - sezione Lavoro – ha...
empty alt

Dall’Antitrust cartellino rosso alla Figc

Dopo l'inattesa eliminazione della nazionale italiana di calcio dagli Europei, una nuova tegola si è...
empty alt

“Fremont”, film esistenzialista dalle venature surreali

Fremont, regia di Babak Jalali, con Anaita Wali Zada (Donya), Gregg Turkington (Dr. Anthony),...
empty alt

Pescara, città giovane e “moderna”. Non è città per giovani

Chi scrive ha i suoi 74 anni e non pretende in nessun modo di farsi interprete di questioni che...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top