La catastrofe della politica nell’Italia contemporanea di Giovanni Belardelli, editore Rubbettino, Soveria Mannelli, 2014, pp.97, euro 12.
Recensione di Roberto Tomei
Docente di Storia delle dottrine politiche, Belardelli è autore di studi che spaziano dal nostro Risorgimento fino al secondo conflitto mondiale ed è noto al grande pubblico per la sua attività di commentatore politico sulle pagine del Corriere della sera.
Nel volume che qui si segnala all’attenzione dei lettori, l’autore esamina i motivi che sono all’origine della crisi in cui la politica italiana si dibatte ormai da molti anni, a partire dall’avvento della seconda Repubblica e del berlusconismo.
Secondo l’autore, la catastrofe della politica, che dà il titolo al libro, è appunto quella avvenuta in questi ultimi anni, quando etica e diritto hanno colonizzato spazi che normalmente sono riservati alla politica, senza che, peraltro, moralità pubblica e privata e rispetto delle leggi ne abbiano tratto particolare giovamento.
Sarebbe proprio la “guerra civile fredda” tra berlusconismo e antiberlusconismo ad aver determinato la peculiarità di una seconda Repubblica caratterizzata dalla torsione etico-giudiziaria della politica, ma a ben vedere tale singolare deriva precederebbe l’era berlusconiana e le inchieste di Tangentopoli.
Interessante è l’analisi che l’autore fa dei fattori di tale trasformazione, dalla svolta politica operata da Berlinguer nel 1980 al ruolo degli intellettuali fautori del radicalismo etico-giudiziario, passando per la propaganda contro la casta corrotta, valsa ad accreditare l’idea tanto consolatoria quanto infondata della superiorità della società civile.
Non meno interessanti i capitoli dedicati alla supponenza di certa sinistra nei confronti della maggioranza degli italiani che di sinistra non sono e al rapporto tra Montanelli e gli stessi italiani.