La Corte di Cassazione, con sentenza n. 21679 del 5 settembre 2018, ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento per giusta causa adottato dall’azienda nei confronti di un dipendente sorpreso dalle forze dell’ordine in possesso di 25 grammi di hashish durante la pausa pranzo, al di fuori della sede di lavoro.
Per i Giudici della Suprema Corte, infatti, la decisione adottata dal datore di lavoro è da considerare sproporzionata rispetto alla gravità del fatto commesso che, pur avendo conseguenze discipinari, non giustifica l’allontanamento in tronco del dipendente.
La soluzione sarebbe quella di valutare l’applicazione di un provvedimento meno grave e, di conseguenza, conservativo.
In precedenza, la sanzione del licenziamento in tronco era stata ritenuta legittima sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello.
Per i Giudici di piazza Cavour, invece, l’episodio può essere pagagonato a “quello del rinvenimento del dipendente trovato in stato di manifesta ubriachezza durante l’orario di lavoro, sanzionato con una misura conservativa”.
Insussistente, infine, contrariamente a quanto sostenuto dall’azienda, è stato rienuto il rischio che l’hashish potesse essere fumato in gruppo in azienda, e ciò in quanto la stessa era finalizzata all’uso personale, al di fuori dell’orario di lavoro.