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Giovedì, 18 Apr 2024

All'Ingv si vivono ore concitate nell'attesa di sapere chi sarà il nuovo presidente, dopo la scadenza del mandato di Stefano Gresta avvenuta lo scorso 26 marzo vigilia di Pasqua.

Il Miur, purtroppo, non è riuscito a rispettare i tempi e ad evitare la iattura del ricorso all’istituto della prorogatio.

Come spesso avviene in questi casi, tra gli aspiranti presidenti ci sono anche due componenti dell'attuale Consiglio di Amministrazione dell'Ingv, in carica da poco più di tre mesi. Peccato che la loro pur breve presenza in cda sia stata già segnata da almeno tre gravi incidenti di percorso - più o meno uno al mese - dei quali Il Foglietto ha già riferito nelle settimane passate.

Il primo, e forse il più grave, è consistito nell'aver varato un piano di rinnovi dei contratti dei numerosi dipendenti a tempo determinato dell'Ingv che per quasi metà di essi prevede una durata di soli 6 mesi, ovvero fino al 30 giugno 2016, invece dei canonici 12 mesi. La spiegazione che è stata data è sempre la stessa: la mancanza di fondi in quantità tale da garantire i rinnovi annuali per tutti. Ma è ormai chiaro a tutti che la vera causa della grave defaillance va ricercata nella scelta del cda di imputare ai fondi Dipartimento della Protezione Civile (DPC) alcune decine di contrattisti che non svolgono attività configurabili all'interno della Convenzione annuale Ingv-DPC.

L'episodio è stato stigmatizzato in modo molto energico dal capo del Dipartimento della Protezione Civile, il quale ha ricordato che - come è ovvio - l'accordo con l'Ingv considera rimborsabili solo gli stipendi pagati al personale che opera all'interno della Convenzione.

Il cda ha incassato il sonoro ceffone, ma se da un lato non sembra essersi reso conto pienamente della gravità della situazione e dello sconcerto che la sua scelta ha creato tra i contrattisti "dimezzati" (e non solo tra loro), dall'altro ha subito proposto una spericolata manovra di rientro che avrebbe fatalmente portato al secondo incidente.

Infatti, nella frenesia di recuperare i soldi necessari a rinnovare tutti i contratti anche per il semestre luglio-dicembre, e forse non rendendosi conto che il problema che è stato creato ha ormai natura strutturale e non solo transitoria, il cda ha varato un piano definito (impropriamente) di "perenzione", ovvero un prelievo forzoso di parte dei fondi di ricerca dei progetti e delle convenzioni considerati conclusi.

L'operazione, sgradevole quasi quanto il prelievo coatto operato nel 1992 dal governo Amato sui conti correnti bancari di tutti gli italiani, ha suscitato molte proteste.

Le critiche si sono concentrate su una circostanza che dovrebbe essere ben nota ai componenti del cda, ovvero che quei fondi residui sono il volano con cui si alimenta la ricerca di nuove risorse, o la pubblicazione dei risultati dei progetti conclusi, soprattutto in un momento di scarsità di risorse istituzionali come quella che stiamo vivendo.

Un vecchio detto ammonisce che a forza di bastonare l'asino si rischia di ammazzarlo: e se i ricercatori - "bastonati" a tradimento - smetteranno di portare fondi all'Ingv, con quali risorse si rinnoveranno i contratti nei prossimi anni?

Possibile che un cda formato da ordinari e da ricercatori affermati non si sia reso conto della miopia del provvedimento di "perenzione"?

Anche il terzo incidente è stato causato, come spesso accade, da una manovra quantomeno spericolata: la decisione del cda di commissariare "... per gravissime criticità nella direzione ..." il Direttore dell'Osservatorio Vesuviano, Giuseppe De Natale.

L'Osservatorio Vesuviano è una sezione cruciale per la vita dell'ente perché incaricata di vigilare sui vulcani e sui terremoti campani. Per questo l'iniziativa, peraltro del tutto irrituale, ha preso di sorpresa sia i dipendenti dell'Ingv, sia, cosa più grave, il capo del DPC, preoccupato per la funzionalità del servizio di sorveglianza svolto da quella sezione.

A questo quadro di preoccupazioni si è aggiunta una lettera inviata al Presidente Gresta dal Direttore Generale del Miur, Vincenzo Di Felice, il quale ha ricordato che appena pochi mesi fa i problemi della sezione di Napoli erano stati derubricati da Gresta stesso semplicemente come "... frutto di una vivace dialettica scientifica".

Ma senza perder tempo, il Direttore estromesso ha subito proposto ricorso innanzi al Tar Campania, lamentando proprio l'irritualità della sua cacciata e chiedendo la sospensiva del provvedimento del cda. Il 24 marzo scorso, il Tar ha dato ragione a De Natale, assestando l'ennesimo schiaffo all'incauto cda.

Ma non finisce qui.

Martedì 5 aprile, infatti, con una mail inviata a tutto il personale, il dott. Tullio Pepe ha comunicato che sulla intranet dell'Istituto è stato pubblicato il verbale n. 4/2016 della seduta del Consiglio di Amministrazione del 15 marzo 2016; inaspettatamente, a differenza delle precedenti “rituali comunicazioni”, lo stesso verbale è stato trasmesso, in allegato, ai destinatari.

Senza preoccuparsi del rispetto della parità delle parti, del contraddittorio e della facoltà di conoscere e discutere ogni documento od osservazione presentata, tutti i consiglieri (meno uno, che si è astenuto) hanno ascoltato e approvato il monologo del Presidente Gresta e - come leggesi nel verbale - “Alla luce dei fatti evidenziati dal Presidente nelle Comunicazioni, nonché degli argomenti sviluppati in questo punto dell’OdG, in merito alle diverse criticità gestionali determinate dal Direttore Generale, i Consiglieri condividono la posizione del Presidente in ordine alla sfiducia nei confronti dello stesso Direttore Generale, con l'unica astensione del consigliere Selvaggi che ritiene di non potersi esprimere in merito a fatti antecedenti alla sua nomina e di cui non possiede esatta contezza dei fatti e documenti o di eventuali controdeduzioni”.

Sfogliando il predetto verbale, anche il lettore più distratto noterà sicuramente l’animosità con cui Gresta affronta l’argomento Direzione Generale. Nella sua requisitoria, a pochi giorni da una sua possibile uscita di scena, egli si scatena, come se improvvisamente, in una mattinata, volesse dire tutto quello che in questi lunghi anni non ha detto.

Si legge di un Gresta che sente il “dovere di informare il Consiglio d’Amministrazione sulle recenti e gravi anomalie nell’attività del Direttore Generale, che si aggiungono a un quadro articolato già in parte oggetto di attenzione, e che vanificano il rapporto di fiducia assegnatogli … [omiss] … che ha  maturato, in via definitiva, la venuta meno della mia fiducia allo stesso Direttore. …[omissis] … che invita … il Direttore Generale e i Consiglieri a trarre le relative necessarie conseguenze e scelte nell’interesse dell’Istituto”.

I rumors sostengono che dietro i numerosi omissis presenti nel predetto verbale si potrebbero celare pesanti contestazioni all'operato del Dg. Sembra che lo si accusi di mettere in atto un comportamento ostativo e gravemente inadempiente, di voler capovolgere i rapporti istituzionali tra il cda e la direzione generale, di sostituirsi o sovrapporsi agli organi di vertice dell’Ingv. Accuse, però, che, in mancanza di un contraddittorio, potrebbero avere un effetto boomerang nei confronti dello stesso cda che, come per il caso De Natale, potrebbe essere nuovamente accusato “di cattivo uso del potere di controllo e vigilanza”,  se non di altro.

A fine mandato, ci saremmo aspettati di tutto ma, non di certo una resa dei conti. Resta un mistero il perché il Presidente abbia sollevato la questione delle “criticità gestionali determinate dal Direttore Generale” a dieci giorni dalla fine del suo mandato.

A chi se ne fosse dimenticato, infatti, vogliamo ricordare che i contrasti tra Dg e Presidente sono iniziati nel lontano 2014.

Essendo il Direttore Generale “nominato dal consiglio di amministrazione su proposta del presidente … [omissis] … e … il suo rapporto di lavoro … regolato con contratto di tipo privato ...”,  sarebbe bastato, a suo tempo, risolvere il contratto stesso, cosa però che sicuramente avrebbe dato il via a contenziosi.

A questo punto, dopo tre incidenti in appena tre mesi, sono in tanti ad augurarsi che per la presidenza dell'Ingv, il Miur nomini un guidatore che sappia tenere con fermezza la vettura in carreggiata, evitando ulteriori pericolose sbandate.

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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv

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