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Mercoledì, 15 Mag 2024

All’Osservatorio Etneo di Catania si dimettono due RUF (Responsabile Unità Funzionale), al Centro Nazionale Terremoti di Roma si dimettono due RUF e il Direttore della Sezione: quella delle dimissioni sembra essere una malattia molto contagiosa.

Seppur in alcuni casi motivate da problemi personali, le dimissioni lasciano sicuramente trasparire il malcontento che da mesi serpeggia all’Ingv. Malcontento generato, con buona probabilità, dalla mancata riorganizzazione delle Sezioni, all’indomani della nomina dei direttori.

Direttori che chiaramente devono la loro investitura al Presidente Doglioni, e non, come si è tentato di far credere, a posizioni maggioritarie espresse dal personale delle Sezioni o in seno al CdA, Direttori di Sezione che in alcuni casi sono stati nominati con il solo voto di un membro dello stesso CdA.

Cosa è cambiato in meglio all’Ingv con l’arrivo del nuovo Presidente e del nuovo Direttore generale?

Niente, niente è cambiato in termini di organizzazione e di incarichi di vertice: a) Tullio Pepe ancora al suo posto con i suoi molteplici incarichi; b) Collegi di Sezione scaduti da mesi, con RUF “nominati” dagli ex direttori di sezione; c) Riorganizzazione e nomina dei Responsabili delle Unità Funzionali delle sezioni mai avviate; d) un presidente di GUG verosimilmente incompatibile perché strettamente imparentato con un membro del CdA; e) una responsabile dell’ufficio Stampa in comando dal CNR con il pretesto della nomina di un Portavoce della Presidenza; f) due membri del CdA eletti dal personale ancora distaccati presso l’Amministrazione Centrale, non si capisce a fare cosa; g) una drastica riduzione dei fondi destinati alla ricerca.

Sembra proprio che non sia cambiato nulla rispetto a prima, addirittura forse le cose sembrano peggiorare.

In poche parole, è paralisi, si tira a campare, si naviga a vista, si vive alla giornata.

Una cosa che sicuramente è cambiata, è la sfacciataggine nella gestione dei rapporti sindacali.

Il 16 dicembre u.s., l’USI è stata convocata per un incontro per discutere degli emolumenti accessori 2015-2016. A tale incontro erano presenti il dott. T. Pepe e il dg, dott.ssa M. Siclari.

Durante tale incontro, l’USI chiedeva maggiori delucidazioni ed evidenziava numerose lacune sul testo proposto dall’amministrazione Ingv, per ciò che riguarda le indennità accessorie. La stessa sera, il 16 dicembre, il dott. T. Pepe, risponde via mail … “Facendo seguito all'incontro sindacale di stamattina, si trasmette il testo del CCI in discorso con l'invito a rimandarmelo sottoscritto e scansionato. Si ribadisce che a decorrere dal 1/1/2017 le indennità di rischio e le indennità di responsabilità e di coordinamento non verranno erogate se non a valle della riorganizzazione degli uffici amministrativi di AC e delle Sezioni e della revisione del quadro indennitario.

L’Usi risponde il 20 dicembre con una nota, rifiutandosi di sottoscrivere il CCI, opportunamente motivando tale decisione, e chiedendo che la stessa nota fosse messa a verbale e facesse parte integrale del CCI da mandare al MIUR.

L’Ingv non aveva quindi incassato il parere favorevole, e per non inserire a verbale la nota dell’USI, chiude la trattativa sindacale al 12 dicembre 2016. Non si capisce perché l’INGV abbia convocato l’USI il 16 dicembre, dal momento che aveva già concluso la trattativa il 12 dicembre!

Forse però una spiegazione c’è: l’Ingv convoca i sindacati per la contrattazione e se i sindacati esprimono parere favorevole sono tutti contenti, in caso contrario chiude la trattativa in maniera retroattiva, ed in tal modo non è costretta a riportare le motivazioni dei sindacati non favorevoli.

Inoltre, ci risulta che attualmente i vecchi percettori di indennità stiano continuando a riceverle e non vi sia stato nessun tipo di riorganizzazione, quindi, come al solito, sono stati disattesi gli impegni che il Dott. Pepe aveva preso, come anche riportato nella sua mail.

Ci conforta l’idea che anche le promesse fatte dal Direttore generale al CUG in tema di composizione dei gruppi di lavoro non siano state mantenute: nessun membro del CUG nei Gruppi di Lavoro (GdL).

Insomma, non siamo i soli ad essere stati turlupinati.

E’ il precariato la “colla” che tiene in piedi l’intero sistema, è il precariato che tiene in piedi un ente che andrebbe ripensato dalle sue fondamenta.

Chi all’Ingv non ha un contrattista da riconfermare, chi un nuovo co.co.co. da far assumere, chi un assegno o borsa di studio da farsi assegnare?

Tutto questo concorre ad affievolire o, addirittura, ad annullare la capacità di reazione di chi a fine carriera potrebbe dire la sua in termini di organizzazione e di impostazione della ricerca.

Abbiamo quotidianamente la posta intasata di avvisi di ricognizioni interne per l’affidamento di incarichi di prestazioni occasionali, che mai vengono sodisfatti e che sfociano in selezioni dove il Direttore della Sezione nomina i componenti della commissione esaminatrice con Presidente, quasi sempre, il titolare dei fondi e richiedente della prestazione professionale, dell’assegno di ricerca o della collaborazione.

Stride il fatto che nessuno risponda alle richieste di prestazioni occasionali, in un momento come questo dove i fondi scarseggiano e il personale precario potrebbe essere occupato parzialmente in attività affini alle proprie competenze.

Per questo scopo dovrebbero essere formati i GdL a tema e non per riscrivere statuti e regolamenti che ancora grondano di “sangue”, sia per come si è pervenuti ad essi, sia per la loro recente stesura e approvazione.

Senza contare che tanto si è speso per farci dire come organizzare l’ente da aziende leader nel settore dell’organizzazione della Pubblica Amministrazione.

Abbiamo criticato gli incarichi che a suo tempo vennero dati a due società esterne, abbiamo più volte contestato le ingenti cifre che si sono spese per le poche slide prodotte dalle due società, ci era stato detto che non capivamo niente di come un ente di ricerca andasse gestito e governato. Le critiche che avevamo allora mosso, per noi continuano ad essere attuali.

Forse di tutto questo il nuovo Presidente e la nuova Direttrice generale sanno poco, ma i componenti delle commissioni e l’onnipresente T. Pepe certamente sanno quanto aspra e dura è stata la battaglia che si è condotta per pervenire all’attuale assetto normativo dell’ente.

Senza una valutazione critica dello stato in cui versa l’ente, con un semplice decreto, non si possono creare Gruppi di Lavoro che non hanno potere decisionale e il cui operato deve essere valutato e approvato dal CdA e dal Dg.

La gran parte dei componenti dei predetti Gruppi meglio farebbe a dedicarsi full time all’attività di ricerca e di sorveglianza.

La stesura dello statuto e dei regolamenti spetta a loro, loro sono gli esperti in materia, loro sono pagati profumatamente per questo. A valle della stesura, se lo riterranno opportuno, che ci sia il confronto con i lavoratori.

Se vogliono “semplificare la semplificazione” andrebbe perciò ripreso il tema delle valutazioni dell’impatto delle normative e della qualità della normazione, ripensando ai gruppi di ricerca e al ruolo del comparto tecnico-tecnologico ed amministrativo che sostiene l’enorme peso per installare e manutenere le reti di monitoraggio e il mantenimento delle sale operative, che tanto lustro danno ad un ente che parla quotidianamente di terremoti ed eruzioni.

Se non si condivide questa impostazione, che i ricercatori facciano le loro ricerche e che i tecnologi producano i loro dati, e ben venga il confronto tra tecnologia e scienza.

Insomma, finiamola una volta per tutte con questa commistione tra ricerca e servizio.

Che il Dipartimento della Protezione Civile finanzi reti e personale per la gestione delle sale operative e per l’installazione e mantenimento delle reti di monitoraggio, che i ricercatori approfittino di questa opportunità che a loro viene data, che interpretino i dati ed elaborino modelli che possano consentire il progresso delle conoscenze.

Nessuno mai contesterà a loro la rimodulazione di una rete o l’applicazione di nuove tecnologie, se la tesi portate a sostegno della richiesta sarà convincente.

Tutto ciò partendo dal presupposto che in genere, e a maggior ragione in un ente di ricerca, “Vola solo chi osa farlo.” (Luis Sepúlveda)

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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv

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