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Domenica, 19 Mag 2024

Il Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (Cira) è una società consortile per azioni a maggioranza pubblica sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’istruzione, l’università e la ricerca (Miur) e assoggettata al controllo della Corte dei conti con le modalità previste dall’art. 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259.

Al Cira è affidato il compito di dare attuazione al Programma nazionale di ricerche aerospaziali (Pro.R.A.).

L’ente ha sede a Capua ed è partecipato per il 47 per cento dall’Asi (Agenzia Spaziale Italiana), per il 5 per cento dal Consiglio Nazionale Ricerche, per il 16 per cento dal Consorzio Area Sviluppo Industriale di Caserta e per il 32 per cento dalle principali industrie aerospaziali italiane.

Il 27 febbraio scorso, la Corte dei conti ha pubblicato la Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società per l’esercizio 2015.

Ai sensi dell’art. 9 dello statuto, sono organi del Cira l’assemblea dei soci, il presidente, il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale.

L’attuale presidente è stato nominato nell’assemblea dei soci del 7 novembre 2016, a seguito di revoca da parte dell’Asi (socio di maggioranza), con nota del 24 ottobre 2016, del presidente in carica (nominato nell’assemblea dei soci del 30 aprile 2015), per “irregolarità emerse nella gestione del Cira”.

I giudici contabili, nel documento trasmesso al Parlamento, evidenziano, tra l’altro, che “anche l’esercizio in esame è caratterizzato dal fermo della maggior parte delle infrastrutture destinate alle attività di ricerca e sperimentazione del Cira necessitato dalla messa in sicurezza e dall’ammodernamento tecnologico degli impianti interessati da una normale obsolescenza soprattutto a ragione dell’elevata complessità della tecnologia di presidio degli stessi e che in prospettiva potrà restituire efficienza ed adeguato livello di produttività” ed aggiungono che “Tale operazione, iniziata nel 2014 e destinata a completarsi nel 2017, ha richiesto un investimento complessivo da parte della Società di circa 20 mln. Il blocco della funzionalità di molti impianti ed il conseguente rallentamento delle attività non ha determinato, tuttavia, nel 2015 un significativo calo delle risorse finanziarie le quali presentano complessivamente una diminuzione dell’1 per cento (da 42,9 mln nel 2014 a 42,4 mln), evidenza questa che dimostrerebbe uno scarso peso nel rapporto di composizione delle risorse di quelle rivenienti dall’uso degli impianti”.

L'analisi delle risultanze economiche del Cira - si legge sempre nella Relazione - evidenzia nel 2015 un calo dell’utile d’esercizio, rispetto al 2014, di 7 mln (da 8,2 ml a 1,2 mln). Questo risultato trova ragione nella sensibile diminuzione del saldo della gestione, caratteristica che passa da euro 6.010.962 ad euro 967.967 a causa dell’incremento dell’11,5 per cento dei costi di gestione (da 37,6 mln a 41,9 mln) a fronte di un calo dell’1,6 per cento del valore della produzione (da 43,6 mln a 42,9 mln).

La situazione patrimoniale dell’Ente evidenzia al 31 dicembre 2015 un patrimonio netto pari ad euro 116,3 mln aumentato, rispetto al 2014, dell’importo pari al risultato economico conseguito nell’esercizio.

Il patrimonio mobiliare e finanziario nel 2015 si attesta a 100,0 mln (95,1 mln nel 2014) ed è composto per il 69,2 per cento da titoli di Stato e da una polizza con un Istituto di credito e per il 30,8 per cento da depositi bancari.

Sotto il profilo organizzativo, nel 2015 il Cira è stato interessato da un generale riassetto aziendale che ha puntato principalmente all’avvicendamento dei responsabili nei più importanti ruoli di gestione delle attività caratteristiche e in quelli relativi ai controlli interni. Alla data del 31 dicembre 2015 il personale complessivamente in servizio è, come nel 2014, di 371 unità.

Alla fine della Relazione, la Corte rappresenta che “nel corso del 2016 il collegio sindacale ha fatto numerose segnalazioni di ipotetici danni erariali (in materia di personale, danno ambientale, sottrazione di materiali di proprietà pubblica, appalto di manutenzione degli impianti, partecipazione in società, attività remunerate ritenute dubbie) ed in alcuni casi di vicende di rilievo penale”.

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