Mentre l'Istat fa sapere che anche nel terzo trimestre il Pil continua a crescere più del previsto (+0,5% congiunturale e +1,8% tendenziale), la Commissione europea ha aggiornato, con le previsioni d'autunno, il quadro macroeconomico per il triennio 2017-2019.
La crescita del Pil (reale) coincide per il 2017 con le stime contenute nel quadro programmatico della Nota di aggiornamento al Def (+1,5%), ma sarà inferiore negli anni a venire. Anche il deflatore avrà una crescita più contenuta, cosicché il Pil nominale nel 2020 dovrebbe aumentare del 2,4% anziché del previsto 3,4%.
I valori nettamente più bassi dell'output gap (dovuti a una diversa metodologia di calcolo) segnalano che, secondo la Commissione, il ritmo di uscita dalla crisi economica è più rapido e si concluderebbe il prossimo anno, laddove per il Governo italiano residuerebbe ancora un -1,3% da recuperare.
Gli effetti sul saldo strutturale sono evidenti: secondo la Commissione, nel 2019 l'Italia non solo sarebbe ancora ben lontana dal pareggio di bilancio strutturale (-2,4%) ma, anziché rispettare l'obiettivo di medio termine di riduzione, si avrebbe addirittura un peggioramento. La posizione è ben lontana da quella ipotizzata dal Governo italiano.
La Commissione europea non crede, poi, che l'avanzo primario possa raddoppiare nei prossimi due anni (rispetto al Pil) e anche l'indebitamento nel 2019 sarà al 2% del Pil e non allo 0,9%.
Le note più dolenti provengono, ancora una volta, dal debito pubblico in quanto la Commissione non intravede per quest'anno la promessa riduzione del rapporto debito/Pil. La differenza tra le due stime è di 3 punti percentuali nel 2019. La 'regola del debito', che prevede un progressivo rientro del rapporto alla soglia del 60%, per il 2016 non viene rispettata neanche in prospettiva (ottica forward looking).
Le stime della Commissione rappresentano il valore ufficiale di riferimento per la verifica del Fiscal Compact e divergono fortemente dal quadro programmatico della citata Nota di aggiornamento al Def, la quale dovrebbe, peraltro, trovare riscontro nelle misure prospettate con la legge di Bilancio 2018-2020, in cui, invece, sono stati inseriti solo blandi correttivi.
Ancora una volta, il Governo italiano, con le elezioni alle porte, continua a rimandare il percorso di risanamento fiscale, senza peraltro riuscire a dare dinamismo alla crescita economica, che continua a rimanere la più modesta dell'Eurozona.
Previsioni dei principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica – Nota di aggiornamento al Def (quadro programmatico) e Autumn Forecast. Anni 2017-2019 (valori percentuali)
Fonte: Ministero dell'Economia e Commissione europea
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