“Se vogliamo salvare noi stessi, dobbiamo salvare gli oceani”. Sono parole di Elisabeth Mann-Borgese (1918 - 2002), scienziata ed esperta internazionalmente nota di biologia marina.
Figlia di Thomas Mann, Nobel per la letteratura, Elisabeth non ha mai vissuto all’ombra del padre. Era nata a Monaco di Baviera, ma fu costretta a fuggire dalla Germania Nazista nel 1939 e a rifugiarsi prima in Svizzera e poi in Canada, dove insegnò biologia per molti anni.
Sposò il professore di letteratura Giuseppe Antonio Borgese (1882–1952), antifascista, scrittore, e professore di letteratura italiana all’Università di Chicago, di 36 anni più anziano.
Negli anni Cinquanta, si trasferirono a Fiesole ed ebbero due figlie. Alla morte del marito, Elisabeth tornò negli Stati Uniti e nel 1964 ottenne un posto come ricercatrice presso il Center for the Study of Democratic Institutions di Santa Barbara, in California. Qui condusse ricerche sulle politiche per il disarmo e i diritti umani.
Nel saggio The Ascent of Woman, pubblicato nel 1963, immagina una società in cui le differenze tra i generi non esistono più e le donne hanno la possibilità di essere “davvero uguali agli uomini”.
A partire dal 1967, collaborando con il giurista Wolfgang Friedmann e con Arvid Pardo, ambasciatore di Malta negli Stati Uniti, iniziò a occuparsi di diritto marittimo.
Nel 1968 pubblicò The Ocean Regime, una prima proposta per la creazione di un’agenzia internazionale incaricata della gestione e della cura delle risorse oceaniche.
Quello stesso anno fondò – assieme al chimico scozzese Alexander King e all’imprenditore italiano Aurelio Peccei – il “Club di Roma”, una associazione non governativa di scienziati attivisti per i diritti civili, aperta a economisti, intellettuali e capi di Stato di tutto il mondo.
L’obiettivo primario del Club era quello di analizzare e comprendere i cambiamenti di una società in rapida evoluzione, suggerendo soluzioni per uno sviluppo equo e sostenibile.
Di Elisabeth fu l'iniziativa Pacem in Maribus, la prima conferenza mondiale sulle leggi del mare, che si tenne a Malta nel 1970, un evento in cui venne affrontato il tema degli oceani intesi come luoghi in grado di connettere l’umanità intera e veicolare la pace e la collaborazione tra i popoli.
Due anni dopo, presso la Royal University of Malta, viene fondato l’International Ocean Institute. Attivo ancora oggi, l’IOI è formato da una rete di centri, oltre venti in tutto il mondo, che forniscono consulenza e supporto su questioni relative all’uso sostenibile delle risorse oceaniche.
Tra gli anni Settanta e Ottanta, contribuì alla stesura della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e all’istituzione del Tribunale internazionale del diritto del mare, organo indipendente dell’ONU, con sede ad Amburgo.
Nel 1975 pubblicò The Drama of the Oceans, il primo di una serie di saggi sulla gestione degli oceani per lo sviluppo sostenibile del pianeta.
Elisabeth Mann ha dato un importante contributo alla diffusione dell'opera di Heinrich Schenker, uno dei teorici della musica più importanti del Novecento, traducendo in inglese un'opera fondamentale per le musiciste e i musicisti, il suo manuale “Armonia”.
Poco prima della morte divenne cittadina onoraria di Palermo e di Polizzi Generosa (PA), a seguito di una visita ufficiale alla città del marito. Morì improvvisamente, a causa di un malore, in Engadina, vicino a St. Moritz, un luogo molto amato che aveva ispirato al padre le grandi pagine della Montagna incantata.
Per saperne di più sulle scienziate per l’ambiente: “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie", pag. 250, € 16, Ledizioni, Milano 2020. Anche in versione e-book a € 6.99.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice su " Donne e scienza", collabora con l'Università delle donne di Milano
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