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Mercoledì, 24 Apr 2024

Qui nel Foglietto abbiamo dedicato molta attenzione alla Commissione ICHESE istituita dal Ministero dello Sviluppo Economico per stabilire le cause dei terremoti del maggio 2012 in Emilia. Con la collaborazione dei vertici dell'INGV e del coordinatore della sezione sismologica della Grandi Rischi, che è anche membro del cda dello stesso INGV, l'ICHESE concluse i suoi lavori affermando che non si poteva escludere che le estrazioni petrolifere in località Cavone avessero generato le scosse di magnitudo 6 del 20 e del 29 maggio 2012.

Come si ricorderà le due scosse provocarono un numero considerevole di vittime e un danneggiamento molto esteso.Un gruppo di sismologi americani assoldati dall'ENI ha poi smentito i risultati dell'ICHESE, affermando che non esiste correlazione fra le estrazioni petrolifere e i terremoti, mentre una seconda commissione ICHESE, creata ad hoc, non si è ancora espressa su questo punto tanto delicato. Un'altra commissione, fatta da ricercatori INGV ha validato il modello, cioè il ragionamento, utilizzato dagli americani senza però validarne i risultati. Questo può sembrare assurdo se non si tiene conto di due fatti:

-la relazione degli americani non può essere considerata una prova definitiva perché commissionata dall'ENI: i controllori pagati dal controllato!

-la validazione INGV si rende perciò necessaria (affermazione fatta da un alto funzionario del MISE) per superare questo punto molto critico che potrebbe invalidare tutta l'operazione; d'altra parte l'INGV non può negare completamente ICHESE perché ne è stata partecipe attiva: ecco spiegata la validazione del modello ma non dei risultati!

In più non si può sottacere il fatto che i pur validi ricercatori INGV che hanno composto la commissione di validazione non hanno particolari esperienze in questo tipo di attività. Forse non a caso.

Perché tutto questo preambolo?

In Italia sta succedendo che comitati di cittadini sempre più numerosi e sempre più agguerriti si stanno impegnando con forza a impedire estrazioni e trivellazioni petrolifere dal Salento alla Basilicata, dalla Sicilia fino a Pescara e in molti altri luoghi ancora. Se si accetta solo il sospetto che le estrazioni al Cavone potrebbero aver generato scosse di magnitudo 6 è ragionevole che si vogliano impedire le possibili cause di fenomeni disastrosi essendo le zone citate molto più pericolose dell'Emilia.

Il Fatto Quotidiano di domenica 21 settembre ha dedicato ben due pagine a questo delicatissimo problema. Un articolo è dedicato a Bruxelles che indaga sul petrolio in Basilicata. Una Geologa dell'Università della Basilicata, Albina Colella, ha evidenziato durante un seguitissimo convegno con la cittadinanza gravi e dannosi inquinamenti nei pozzi di reiniezione in una zona caratterizzata anche da elevata sismicità.

Si ha la sensazione che l'annuncio di Matteo Renzi "se c'è petrolio in Basilicata sarebbe assurdo in questo momento rinunciarvi" rischia di incontrare resistenze insormontabili.

Tutto questo nasce dalla mancanza di chiarezza da parte dell'istituzione scientifica che per sua stessa definizione e motivo d'esistere dovrebbe avere l'autorevolezza e la capacità di dirimere una questione così strategica per il Paese. Non dimentichiamo che circa il 10% del fabbisogno energetico viene da risorse nazionali e che alcune decine di migliaia di persone impegnate su queste attività rischiano di perdere il posto di lavoro.

Varie volte abbiamo raccontato le incongruenze e i comportamenti incomprensibili dei vertici dell'Istituto.

Il Foglietto la settimana scorsa ha evidenziato una novità quasi incredibile: i Revisori dei Conti dell'INGV avrebbero eccepito che i 4/5 dei membri del Consiglio d'Amministrazione sono incompatibili con la carica di consigliere dell'Istituto in base a leggi ben precise. Del che è stata data informativa al ministro vigilante. Non mi intendo di queste cose ma è del tutto evidente che le deliberazioni del CdA sono nulle se coloro che le hanno adottate non potevano ricoprire la carica di consigliere.

Si annunciano quindi ricorsi ogniqualvolta qualcuno non gradirà decisioni prese o da prendere. In ogni caso l'Istituto non potrà più essere considerato credibile qualunque decisione prenda in qualunque ambito.

Quindi o i Revisori hanno scritto sciocchezze, e in tal caso andranno immediatamente rimossi, oppure da rimuovere saranno quei consiglieri incompatibili con la carica. Non può esistere una terza strada perché il semplice sospetto che in argomenti delicatissimi non ci sia stato il massimo possibile di trasparenza potrebbe aver ricadute gravi per il Paese. Come di fatto sta già avvenendo.

Non resta che sperare nella saggezza del Ministro.

*Geofisico

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