Comunicato Usi/RdB
Dell'accordo sul salario accessorio 2009-2010, regolarmente sottoscritto il 19 novembre scorso dall'amministrazione e da Usi/RdB, sembrano essersi perse le tracce, al pari della delegazione Istat trattante e dei loro deleganti, che - registrato il no o l'assenza di altre sigle - avrebbero dovuto immediatamente dare corso alla procedura per la definitiva applicazione dell'accordo stesso.
Se il deplorevole silenzio del presidente e del direttore generale ad interim dell'Istituto dovesse continuare, sarebbe chiaro il loro disegno: attendere l'inizio del 2011, per dare attuazione alle nuove norme in materia di contrattazione contenute nello sciagurato decreto n. 150/2009 (c.d. decreto Brunetta).
E allora i lavoratori dell'Istat dovranno dire addio sia al sostanzioso incremento della indennità di ente mensile (pensionabile) che alle 209 progressioni economiche con decorrenza 1° gennaio 2010, previsti dall'accordo del 19 novembre, con la conseguenza che il fondo della produttività individuale (non pensionabile) passerà da 700 mila euro (così ridotti dall'accordo sottoscritto) ad oltre 1,2 milioni di euro.
Tali risorse verrebbero erogate nel 2011 col criterio della cosiddetta "premialità", con quota pari a 2 per il 25% del personale, pari a 1 per il 50% e pari a 0 per il restante 25%.
Se a tutto ciò si aggiunge il blocco dei contratti nazionali sino alla fine del 2013, appare in tutta la sua gravità ciò che sta accadendo all'Istat, con il consenso di sigle corporative, che cercano di strumentalizzare la contrattazione integrativa per chiedere erogazioni di indennità (art. 22 del Dpr 171/91 per la direzione di strutture scientifiche di particolare rilevanza!) che non sono oggetto di contrattazione.
Ma il silenzio dell'amministrazione sul salario accessorio per tecnici e amministrativi, mal si concilia con l'inopinato decisionismo manifestato dalla stessa qualche giorno fa, quando ha disposto - senza alcun ricorso alla contrattazione, come invece previsto dal ccnl - una "particolare procedura con tempi ristretti", per dare applicazione entro il 31 dicembre all'art. 8 del Ccnl 2002-2005, II biennio (anticipazione di progressione di fascia stipendiale per un ristrettissimo numero di dipendenti I-III livello), replicando la scandalosa procedura, già messa in atto una volta (grazie al consenso delle altre sigle sindacali), che anzichè premiare il merito - come espressamente previsto dalla norma contrattuale - prevede una graduatoria in ordine di anzianità di coloro che sono individuati da un'apposita commissione.
Un meccanismo in due fasi che, oltre ad essere in contrasto con il dettato contrattuale, non garantisce da possibili predeterminazioni del risultato.
L'operato ondivago dell'amministrazionela dice lunga sul livello di correttezza, democrazia e trasparenza dell'attuale gestione dell'Istituto e di quanti con la loro attività la sostengono, con gravi danni per la stragrande maggioranza dei lavoratori dell'ente.