di Biancamaria Gentili
Grandi manovre all’Area della Ricerca di Pisa. A tre anni dal vagito della Fondazione Monasterio, nata dall’accoppiamento tra Regione Toscana e Cnr, qualcuno a piazzale Aldo Moro si é accorto che c’è qualcosa che non va nei rapporti con la Fondazione guidata da Luigi Donato, ex potente direttore dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc).
A scuotere dal torpore il vertice del Cnr devono aver contribuito non poco i numerosi articoli del Foglietto.
Da novembre 2007 a oggi, una sessantina di dipendenti di ruolo in forza all’Ifc, tra i quali una quindicina di medici, in assenza di un qualsiasi provvedimento, lavorano full time - con onere a carico dello stesso Cnr - presso la Fondazione, effettuando attività medica e diagnostica ma non certamente ricerca, svolgendo anche attività libero professionali.
Che tale meccanismo non sia proprio ortodosso e conforme alle regole della correttezza amministrativa, deve aver convinto Maiani e il cda del Cnr, pur se con colpevole ritardo, a mettere in agenda il problema.
Così è stata partorita una bozza di convenzione, che ieri è stata esaminata dalla Regione Toscana e da una delegazione Cnr composta dal dg Tuzi, dal sempiterno ex direttore centrale Claudio Battistoni e dal membro del cda Maracchi, di casa nel capoluogo toscano.
Eugenio Picano, direttore dell’Ifc, non avrebbe, invece, fatto parte della delegazione.
Nelle intenzioni delle parti la convenzione dovrebbe disciplinare i rapporti tra Monasterio e Cnr per il futuro. E per il passato?
Il documento, di cui Il Foglietto è in possesso, prevede che un numero di dipendenti, non superiore a 15, venga comandato a spese del Cnr presso la Fondazione.
C’è chi, tra i corridoi della Monasterio, un tempo sede del glorioso Ifc, è pronto a giurare che tra i quindici ci saranno soprattutto amministrativi, qualche autista e forse cinque o sei medici.
Quale futuro attende il restante personale, soprattutto medico e tecnico specialistico, in forza all’Ifc, da tre anni svuotato di risorse scientifiche, umane e materiali?
Una situazione davvero paradossale, frutto di una sconcertante gestione, soprattutto da parte dell’amministrazione centrale.
L’Ifc, che per lustri è stato un centro di eccellenza del Paese, con una attività di ricerca di prim’ordine, ora è degradato a serbatoio o, peggio, a propaggine di una struttura privata di nome Fondazione Monasterio.
E con la firma della convenzione, appare destinato al definitivo oblio.