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Giovedì, 04 Lug 2024

Alberto Manelli, Direttore Generale Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA)di Biancamaria Gentili

All’Istituto nazionale di economia agraria (Inea), piccolo ente della galassia della ricerca pubblica, si stanno vivendo giornate di forte tensione.

Innazitutto, c’è un vuoto di potere al vertice, che il governo, su proposta del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, che ha la vigilanza sull’Inea, aveva cercato di colmare il 24 settembre 2010, designando alla presidenza Tiziano Zigiotto, che nel suo curriculum, come scoperto dal Foglietto (nn. 31 e 39/2010) vantava anche un passato da calciatore professionista.

Dalla nomina definitiva, deliberata dal Consiglio dei ministri il 5 novembre 2010, Tiziano Zigiotto non si è ancora insediato al vertice dell’ente, in  quanto il Dpr di nomina ad oggi non ha ottenuto la registrazione della Corte dei conti.

Da quasi un mese è uscito definitivamente di scena, per la decorrenza del termine di prorogatio, anche l’ex presidente Carlo Lino Rava (già deputato Ds), alla guida dell’ente dal dicembre del 2006, sicché nei giorni scorsi Galan ha nominato addirittura un commissario, nella persona di Adriano Rasi Caldogno, capo dipartimento al ministero vigilante, in attesa che si sblocchi la nomina di Zigiotto.

Ma di recente, a fare scalpore vi è stato anche un avviso pubblico, firmato dal direttore generale Alberto Manelli, che - per inciso - nelle scorse settimane é finito sulla stampa (Il Venerdì di Repubblica del 21 gennaio e 4 febbraio 2011) per il trasferimento a Catanzaro (contestato dal personale) delle sedi periferiche Inea di Rende e Lamezia Terme.

Col predetto avviso, l’Inea è alla ricerca di un istituto finanziario a cui cedere i propri crediti pro soluto, vale a dire senza alcuna responsabilità dell’Inea in caso di insolvenza da parte del debitore.

“L’Inea - leggesi nel bando pubblico - intende procedere alla cessione dei propri crediti al fin di realizzare l’approvvigionamento di denaro volto a riequilibrare le gestione di liquidità dell’Inea medesimo, sottoposto ad alcune criticità, che possono essere così sintetizzate: endemico ritardo nell’incasso di crediti; difficoltà a gestire i residui attivi; impatto negativo delle relazioni con i fornitori a seguito del ritardo nei pagamenti”.

V’è da ritenere che l’operazione di cessione, per il considerevole importo di 21 milioni di euro, che non sembra avere precedenti nel mondo della ricerca pubblica, avrà successo.

In primis, perché trattasi in prevalenza di crediti verso enti pubblici (come tali, tutt’altro che inesigibili) e anche per le provvigioni previste per gli istituti cessionari, che appaiono appetibili.

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