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Venerdì, 05 Lug 2024

La replica

Gentile redazione, apprezzo sempre il vostro spirito critico che spesso ci permette di lavorare al meglio e anche di precisare quello che stiamo facendo.

Nel vostro ultimo numero fate riferimento ad un incarico che l'ente ha affidato ad una società esterna per fare una sorta di "fotografia all'Ingv" e porre le basi per una nuova organizzazione e una maggiore efficienza.

La prima considerazione da fare è se questa attività era giusto e opportuno che venisse  svolta. La mia risposta è ovviamente si, sarebbe impensabile per un ente come il nostro ed in un tempo così risicato, cioè in pochi mesi, farsi un'autovalutazione e procedere poi ad una riorganizzazione e ad una riduzione delle spese.

Voi conoscete gli enti di ricerca meglio di me e sapete quali è quante difficoltà ci sono, abbiamo ritenuto questo incarico un "investimento" per tutti noi e per il futuro.

Una volta decisa l'opportunità di svolgere questo tipo di attività si poteva procedere in diversi modi: il primo, il più semplice, sarebbe stato quello di affidare il lavoro con un incarico di consulenza. Tutte  le amministrazioni pubbliche, quando non hanno al proprio interno specifiche professionalità, possono affidare incarichi a consulenti esterni che vengono affidati "intuitu personae", cioè in maniera totalmente discrezionale.

Naturalmente di questa "pratica" nel corso degli anni se n'è abusato, dando luogo a polemiche e distorsioni, abbiamo scartato subito questa ipotesi.

Ciò detto rimanevano due strade alternative: o si faceva un bando di gara, ma tenuto conto dei tempi medi necessari ci sarebbero voluti almeno 3/4 mesi e quindi uscivamo dagli obbiettivi prefissati, oppure come ultima possibilità, quella del cottimo fiduciario che, se da una parte lascia un certo margine di discrezionalità nella scelta dei competitori, dall'altra da garanzia di trasparenza e di confronto tra le società che partecipano e tutto questo in tempi amministrativi ragionevoli.

La scelta è ricaduta su quest'ultima, è stato quindi nominato un responsabile unico per il procedimento e una commissione di valutazione. La fase successiva è stata la scelta delle società a cui mandare l'invito.

In piccolo inciso, nel corso degli anni i nostri dirigenti, direttori di sezione, coordinatori di ufficio, Ruf, ecc.,  hanno,  come da regolamento, affidato incarichi, acquistato materiale, comprato servizi per milioni di euro. Con quali procedure mi chiederete voi, con quelle che prevede il nostro regolamento, cioè attraverso o l'acquisto diretto per somme fino a 20.000 euro, o attraverso un numero congruo di offerte 3 o 5 in base all'importo del contratto fino ad un massimo di 130.000 euro. Noi che abbiamo ho fatto? La stessa cosa!

Prima di tutto abbiamo cercato la disponibilità delle società con cui ho lavorato nel corso degli anni, soggetti che avessero dimostrato sul campo le capacità e le professionalità adeguate per rispondere alle nostre esigenze, alcune hanno risposto positivamente altre per impegni già in corso e vista la nostra urgenza hanno declinato l'invito, abbiamo fatto un passaggio in Consip e per il resto abbiamo cercato attraverso internet gli albi professionali di settore per avere un numero congruo di società, rappresentanti la maggior parte del territorio italiano, a cui inviare  il capitolato per un offerta. Anche su questo va fatta una precisazione, il capitolato delle attività da compiere non è da sottovalutare, e' molto dettagliato, ci sono precisi obbiettivi da raggiungere a determinate scadenze, per vostra conoscenza ve lo allego.

La società che si è aggiudicato il lavoro ha proposto un ribasso del 12% sulla base di 128.000 euro, quindi l'incarico è stato affidato per 112.640 euro.

Se poi la società aggiudicataria sia di Brescia o di Palermo a me non importa, mi importa invece  il risultato.

Per fare un esempio, come dovreste allora interpretare il fatto che un responsabile napoletano della sede di Napoli dia servizi e consulenze a persone o società napoletane? Oppure che a Bologna si diano appalti a Bologna, oppure a Milano si incarichino società milanesi, per non parlare dei responsabili romani che hanno affidato milioni di euro a società romane.

Come direttore generale, sono io il primo a voler essere valutato e controllato quindi non mi nascondo affatto dietro norme o cavilli, sono certo di perseguire il bene dell'ente  anche attraverso questo tipo di obbiettivi nel rispetto delle norme e delle procedure.

Mi rammarico solo che ogni volta che si parla di me, ancor prima che mettessi piede all'Ingv,  si continui a  far riferimento a una persona "voluta dalla Gelmini", vi ho già detto più volte che ciò non corrisponde al vero ma vedo che questo continua ad eccitare la vostra fantasia.

Ultima nota, non ero a conoscenza delle vicende societarie da voi accennate, mi sono informato anch'io e mi hanno riferito che la società è sempre la stessa ed operativa da anni,  le ultime vicende da voi riportate sono questioni tra soci e precisamente la liquidazione di un socio e la ricostituzione della stessa società da parte dei soci rimanenti.

Massimo Ghilardi – Direttore generale dell’Ingv

LA CONTROREPLICA DEL FOGLIETTO

Sinceramente, dalla replica del direttore generale Ghilardi, ci aspettavamo di più. Qualcosa che spazzasse via ogni legittimo dubbio sulla condotta dell’ente, in occasione dell’affidamento dell’appalto per la “fotografia all’Ingv”. Purtroppo, così non è stato e spieghiamo il perché.

Ghilardi, nella nota di protocollo 0012588 del 6 dicembre 2012, inviata al rappresentanti del personale delle varie sezioni dell’Ingv, ha scritto, tra l’altro, che “le società invitate sono state scelte attraverso gli albi nazionali presenti sul web, in  particolare, facendo riferimento al sito http://www.assoconsult.org”.

Come evidenziato nell’articolo, Il Foglietto in tale sito non ha rinvenuto alcuna società che rispondesse al nome di Assetwork srl.

Ora, il dg dell’Ingv sembra correggere il tiro, laddove afferma che per la scelta della ditta contraente “Prima di tutto abbiamo cercato la disponibilità delle società con cui ho lavorato nel corso degli anni”. Affermazione che si commenta da sé.

Pertanto, rimane senza risposta la nostra domanda: “chi ha individuato la Assetwork srl e come è potuta finire nell’elenco delle società invitate dall’Ingv a presentare un’offerta?”.

Quanto, poi, all’altra affermazione del dg, secondo la quale “la società (Assetwork srl, ndr) è sempre la stessa ed operativa da anni, le ultime vicende da voi riportate sono questioni tra soci e precisamente la liquidazione di un socio e la ricostituzione della stessa società da parte dei soci rimanenti”, la stessa si appalesa quantomeno approssimativa e sembra ignorare precise norme del diritto commerciale.

Infatti, salvo prova contraria davvero molto difficile da fornire, la soc. Asset Work (partita Iva 02217730981) è stata sciolta e posta in liquidazione il 5 giugno 2012. Il capitale sociale di 10 mila euro, interamente versato, apparteneva a cinque soci, con quote da 2000 euro ciascuno.

Viceversa, la Assetwork srl (partita Iva 03430870984), che ha ottenuto l’appalto dall’Ingv, è operativa solo dal 2 maggio 2012, con un capitale di 10 mila euro, di cui soltanto 2500 versati, ed è soggetto tutt’affatto diverso dalla Asset Work srl.

Anche la composizione dei soci è variata: dei cinque che costituivano la Asset Work, nella nuova società, che - si ribadisce - nulla ha a che vedere con la vecchia, se ne conta soltanto uno, che si è associato con un’altra persona, non presente nella società liquidata.

Pertanto, contrariamente a quanto scritto da Ghilardi, non c’è stata “liquidazione di un socio” ma liquidazione della società.

Questo dicono i documenti.

P.S.

Lungi dall’eccitarci al pensiero che Ghilardi sia “persona voluta dalla Gelmini”, sarà senz’altro una mera coincidenza, ma sta di fatto che egli è giunto al Miur con un contratto da dirigente a termine durante la gestione della medesima Gelmini, senza concorso pubblico ma intuitu personae. Altra concomitanza - probabilmente anch'essa fortuita - è rappresentata dal fatto che la Asset Work, quella liquidata e non l'altra, l'unico lavoro nella P.A. l'abbia svolto al Comune di Chiari, presso il quale il Ghilardi è stato consigliere comunale fino ad agosto scorso.(BG)

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