di Franco Dinelli
La situazione economica ed organizzativa dell'Area della Ricerca di Pisa del Cnr appare alquanto grave e complessa.
Il presidente dimissionario dell'Area, Claudio Montani, ha chiarito in una lettera al personale che il buco si quantifica in circa 2,6 mln di euro, di cui 0,8 di more. Inoltre, con le nuove disposizioni di finanza pubblica non è possibile siglare i contratti di fornitura di luce, gas, acqua et similia per il 2013. Egli ha anche comunicato di aver fatto richiesta all’amministrazione centrale dell’ente di commissariare l’Area.
Come verrà risanato il buco di bilancio? Al momento, circolano voci che il ripianamento verrà garantito mediante un versamento extra degli istituti di Ricerca del Cnr che operano nell’Area.
Non si hanno invece notizie ufficiali sui motivi che hanno determinato quello che sembra un vero dissesto finanziario, né si è a conoscenza di iniziative volte ad accertarli.
Le ragioni di questa crisi possono essere in parte attribuite alla diminuzione delle somme erogate dal Cnr centrale. Ciò è avvenuto progressivamente in un quadro generale che ha visto negli anni la distrazione di fondi dal finanziamento ordinario per promuovere iniziative di dubbia utilità. E’ il caso, in particolare, dei Progetti Bandiera, tramite i quali ingenti somme di denaro sono state distribuite senza alcun bando ufficiale a enti pubblici, come Università, e persino a enti privati.
La mancata erogazione di fondi ordinari sta creando sempre più una sperequazione fra le attività che si alimentano con i finanziamenti tradizionali della ricerca e quelle altre attività che forniscono servizi da cui sono remunerate.
Ricordiamo come a Pisa operino il Registro dei domini internet, l'Istituto della Scuola Superiore Sant'Anna, con un proprio progetto da otto milioni di euro, ed anche una sezione della ex Marconi (Cnit).
Tutto ciò avviene in un quadro in cui la comunicazione sui bilanci degli anni passati è stata e rimane totalmente deficitaria. A tal proposito appare lecito avanzare dubbi sul fatto che la ripartizione delle spese non abbia tenuto in nessun conto delle peculiarità di consumo energetico dei diversi soggetti operanti in Area.
E’ appena il caso di evidenziare che, all’interno della struttura dell’Area della Ricerca di Pisa, opera, a seguito di un Protocollo Regione Toscana – Cnr, la Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio” (Ftgm).
Essa è dedicata alla ricerca medica e soprattutto alla sanità pubblica con un'unità ospedaliera composta di corsie, sale operatorie, risonanza magnetica, Pet ed altro. Tutte queste strutture, di proprietà del Cnr fino al 2007, sono state generosamente “regalate” alla Ftgm, comprese alcune costose apparecchiature acquistate pochissimo tempo prima del già annunciato passaggio della struttura Cnr alla Fondazione.
La presenza all’interno dell’Area della Fondazione Monasterio comporta, come ovvio, un onere enorme in termini di consumi. Questi però sembra non siano mai stati quantificati, stante la mancata installazione di appositi contatori interni, per valutare correttamente i suddetti consumi.
Fatto sta che a fronte di una spesa totale annua dell’Area di circa 6 milioni di euro, la Ftgm corrisponda solamente circa 1,6 milioni, in base ad una convenzione con il Cnr.
Inoltre, tale cifra viene liquidata con un costante ritardo sulle scadenze previste, facendo accumulare differimenti nei pagamenti e quindi ulteriori interessi di mora da sostenere.
Ma il trattamento “generoso” di cui gode la Ftgm non si ferma qui, perché quando vengono spenti riscaldamenti e aria condizionata nei laboratori di ricerca di tutta l’Area, con una pratica arbitraria quanto inutile, lo stesso non avviene alla medesima Ftgm.
In più, sebbene l'Area abbia speso circa 2 mln di euro dal 2008 al 2011 per la vigilanza sugli accessi, a questa viene ordinato di non controllare chi, senza badge d’ingresso, si reca a fare le analisi mediche presso la medesima Ftgm. Questa facilitazione al parcheggio, unica tra gli ospedali della zona, rende particolarmente competitiva l’attività della Fondazione Monasterio rispetto alle strutture concorrenti, ma rende insicura l’Area, dove di frequente si registrano furti.
Per fare fronte in modo efficace alla grave situazione descritta, appare indifferibile mettere in atto una attenta valutazione della precedente gestione dell’Area, partendo da un'analisi dettagliata dei costi, col fine primario di garantire la trasparenza dei bilanci e, in ultima analisi, di rivedere i criteri di ripartizione delle spese e la congruità dei contratti stipulati con i vari soggetti esterni che operano nell'Area.
L’amministrazione centrale del Cnr non può permettere che le dinamiche del passato continuino ad interferire sul corretto funzionamento della sua più grande Area della Ricerca.
Di fronte a una situazione di default, tutti i dipendenti hanno diritto di chiedere a gran voce la massima trasparenza della gestione.