di Roberto Tomei
Un tempo si diceva che l’italiano fosse un popolo di santi, poeti e navigatori. Ultimamente hanno detto anche di obesi. Per ora, nessuno dice anche di “anonimisti”.
Sta di fatto che nel nostro paese da sempre impazza la “corvomania” che, da qualche tempo, sembra aver contagiato anche gli enti di ricerca.
Ancora non si è spenta l’eco della gran massa di missive anonime fatte recapitare al direttore generale del Cnr, vicenda della quale si è occupato Il Foglietto nelle scorse settimane, che già un nuovo stormo di corvi ha preso a volteggiare su un altro ente del comparto, puntando direttamente sull’Ingv, sezione di Catania.
Questa volta ad essere stato preso di mira è il direttore della struttura periferica dell’Istituto di via di Vigna Murata, con una lettera anonima, inviata a numerosi destinatari, tra i quali anche al sindacato Usi.
Non spetta a noi entrare nel merito della vicenda.
Sarebbe, in ogni caso, eticamente più corretto che, ove qualcuno ritenga che qualcosa sia illegittima o illegale, lo faccia presente agli organi competenti, assumendosene la responsabilità, senza nascondersi dietro l’anonimato o facendosi scudo di sigle o pseudonimi non identificabili.
Ancora una volta, purtroppo così non è avvenuto. Sono ora in tanti a chiedersi quale sarà il prossimo obiettivo del volo dei corvi.