di Flavia Scotti
Nonostante i tanti proclami in difesa della ricerca pubblica, notoriamente la meno finanziata d’Europa e con il più alto tasso di ricercatori emigranti, la scure del governo si è abbattuta, anche per il 2013, sulle misere risorse che annualmente vengono trasferite agli enti vigilati dal Miur.
Lo scorso anno, lo stanziamento complessivo è stato di 1,824 mld di euro, sceso quest’anno a 1,768.
E’ quanto si legge nel documento approdato nei giorni scorsi in Parlamento, per l’esame da parte delle commissioni competenti, anche se non si sa bene quali, visto lo stallo in cui versano quasi tutte le nostre istituzioni rappresentative.
Particolarmente dolorosi appaiono i tagli nei confronti del Cnr, ma a piangere sono anche l’Infn, l’Inaf, l’Inrim, lo Science Park, l’Indam, il Museo Fermi e l’Istituto di studi germanici.
Sorridono, invece, l’Agenzia spaziale italiana (Asi), la Stazione Zoologica, l’Ogs, l’Ingv e l’Inrim, che hanno visto aumentare le risorse ad essi destinate.