di Ivan Duca
Da più di vent’anni, esattamente dal 2 aprile 1992, il Consiglio nazionale delle ricerche ha in essere un contratto di locazione passiva di un immobile, attualmente sede dell’importante quanto travagliato Istituto di scienze neurologiche, in località Mangone, alle porte di Cosenza, che il Cnr non ha ancora rinunciato a smantellare.
Proprietaria dello stabile è la Immobiliare Piano Lago srl, nelle cui casse annualmente il Cnr versa, a titolo di canone di locazione, circa 800 mila euro.
Risulta al Foglietto che il dr. Carlo Monteforte, amministratore unico della predetta Immobiliare, con una nota del 13 novembre 2012, indirizzata al direttore generale del Cnr, abbia inopinatamente offerto all’ente una riduzione, a decorrere dal 1° gennaio 2013, del 40% del suddetto canone, qualcosa come 320 mila euro in meno per le esangui casse dell’ente di piazzale Aldo Moro. In aggiunta, la società proprietaria dell’immobile si è impegnata ad eseguire, a propria cura e spese, ogni e qualsiasi opera di manutenzione dello stesso immobile i cui costi, fino ad allora, gravavano sullo stesso Cnr.
La decisione di ridurre unilateralmente il canone di locazione a carico del Cnr veniva motivata dalla società con l’attuale situazione economico-finanziaria del paese, con l’importante ruolo sociale che il Cnr di Mangone svolge nel territorio cosentino, in particolare, e in quello calabrese, in generale, e con gli ottimi rapporti fin qui intrattenuti tra la stessa Società e il Cnr.
Un’offerta, dunque, da prendere al volo, che andava bel oltre quel 15% previsto dall’art. 3 del decreto legge 95 del 6 luglio 2012, convertito in legge 7 agosto 2012, n. 135.
A distanza di poco più di sei mesi dalla proposta, per certi versi clamorosa, di autoriduzione del canone, Il Foglietto ha contattato la società Immobiliare Piano Lago per verificare se il Cnr l’avesse o meno accettata.
Con immenso stupore, ci siamo sentiti dire dal dr. Monteforte che dal Cnr non era giunta alcuna risposta.
In pratica, l’ente presieduto da Luigi Nicolais e diretto da Paolo Annunziato aveva ignorato del tutto l’offerta-regalo della società, preferendo continuare a pagare un canone di locazione di gran lunga superiore a quello di cui, dal 1° gennaio 2013, la società Immobiliare si sarebbe accontentata.
Si tratta di una storia alla quale risulta assai difficile credere, ma che, purtroppo, risponde alla realtà di un Paese che, da un lato piange miseria, e, dall’altro, sperpera risorse.
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