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Sabato, 06 Lug 2024

di Giuseppe Falzone

Sordo alle richieste di rinvio delle procedure concorsuali, poco incline ad accogliere il suggerimento di rendere pubbliche domande di partecipazione, curriculum e programmi dei candidati, contrario ad avvalersi di una commissione esterna per la valutazione dei candidati stessi ma, al contempo, operando in difformità e in contrasto con quanto previsto dall’art.12, co. 3, dallo Statuto (“A ciascuna struttura di ricerca è preposto un direttore. Il direttore di struttura di ricerca è nominato dal consiglio di amministrazione, su proposta del presidente, formulata sentito il consiglio scientifico, tra i dirigenti di ricerca e dirigenti tecnologi a tempo indeterminato dell’Ingv, sulla base di apposite procedure di valutazione comparativa definite dal regolamento del personale”), il cda dell’Ingv, acquisito il parere del Consiglio scientifico, ha nominato i direttori delle strutture di ricerca, nelle persone di Antonio Navarra (Ambiente), Claudio Chiarabba (Terremoti) e Paolo Papale (Vulcani).

Il tutto, senza curarsi minimamente del fatto che i nuovi regolamenti dell’Ingv, sottoposti all’esame degli organi di vigilanza (Mef) e (Miur), non sono stati ancora approvati, nonostante le numerose richieste di modifica avanzate dallo stesso Miur e reiterate dalla Funzione Pubblica.

Dopo la lunga presidenza Boschi, visto il particolare momento che sta attraversando l’ente, con il rinnovo pressoché totale della dirigenza e la riscrittura di statuto e regolamenti, il risultato di un siffatto atteggiamento certo non rappresenta un buon biglietto di presentazione per i nuovi organi di vertice (presidente, direttore generale e cda) che, a più riprese, dal momento del loro insediamento, hanno promesso più correttezza e trasparenza nella gestione dell’Ingv.

La vicenda della nomina dei direttori di struttura non può che suscitare perplessità sulla corretta trasformazione del nuovo impianto organizzativo e sulla promozione delle eccellenze che l’Ingv sulla carta  è in grado di esprimere.

Vista la celerità con la quale è stato portato a termine l’iter per la nomina dei direttori di struttura - mentre attendono ancora di vedere la luce dell’alba i 17 concorsi, per 192 posti a tempo determinato, banditi nel lontano dicembre 2012 - e senza entrare nel merito del valore scientifico e dei curriculum dei nuovi direttori, forse è sfuggito al cda dell’ente di via di Vigna Murata che potrebbe esistere un problema di incompatibilità sulla nomina di uno dei tre neo direttori, in particolare di Navarra, in quanto il medesimo tra i suoi numerosi incarichi ricopre anche quello di presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (un consorzio di ricerca costituito da diversi istituti italiani, pubblici e privati, tra i quali proprio l’Ingv, che detiene una quota pari al 37%).

Il Cmcc risulta essere un ente di ricerca no-profit, fondato nel 2005, con la seguente mission: “Realizzare studi e modelli del nostro sistema climatico e delle sue interazioni con la società per garantire risultati affidabili, tempestivi e rigorosi al fine di stimolare una crescita sostenibile, proteggere l’ambiente e sviluppare, nel contesto dei cambiamenti climatici, politiche di adattamento e mitigazione fondate su conoscenze scientifiche”.

Ci si chiede quanto la nomina di Navarra a direttore della struttura Ambiente sia compatibile o, quantomeno, opportuna, anche alla luce del decreto legislativo 8 aprile 2013, n.39, attuativo dell'art. 1, commi 49 e 50, della legge n. 190/2012.

L'articolo 9 del predetto decreto, infatti, così recita:

“ Gli incarichi amministrativi di vertice e gli incarichi dirigenziali, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, che comportano poteri di vigilanza o controllo sulle attività  svolte dagli enti di diritto privato regolati o finanziati dall'amministrazione che conferisce l'incarico, sono incompatibili con l'assunzione e il mantenimento, nel corso dell'incarico, di incarichi e cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dall'amministrazione o ente pubblico che conferisce l'incarico”.

Ma, oltre al citato decreto, vogliamo fermare l'attenzione sul "Procedimento di autorizzazione all'esercizio di attività concomitanti". L'art. 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001, infatti, prevede chiaramente che occorre "valutare che non si verifichino situazioni di conflitto di  interessi con le attività svolte nell'ambito del rapporto di impiego con  l'amministrazione, che non si vengano a determinare vantaggi per sé o altri  nell'esercitare le attività ulteriori sfruttando la qualità di dipendente  della pubblica amministrazione, che vengano salvaguardate le energie  lavorative del dipendente a favore dell'ente di appartenenza" dice inoltre che "non possono essere autorizzati incarichi che rivestano i caratteri  della continuità e della professionalità, intendendo, per tali, le attività  che siano prevalenti rispetto a quelle svolte presso l'ente"...

Nel bando di selezione pubblicato dall’Ingv è scritto, infatti, che la carica di direttore di struttura è incompatibile con altre cariche analoghe presso altri soggetti. laddove il cda ravvisi un conflitto di interessi.

Auspichiamo che il cda, alla luce dei fatti sopra descritti, nel nominare i direttori di struttura, abbia tenuto nella giusta considerazione le norme sulle incompatibilità nonché quanto richiesto dal Consiglio scientifico dell’Ingv, e cioè di “verificare che i prescelti garantiscano di ricoprire l’importante ruolo con l’impegno e la disponibilità temporale che ad esso compete”.

Condividendo quanto espressamente dichiarato da alcuni dirigenti dell’ente, è d’uopo concludere che il riordino dell’Ingv, oggi presieduto da Stefano Gresta e diretto da Massimo Ghilardi, deve tendere “al rilancio di una programmazione delle attività che garantisca competitività, valore scientifico e coesione interna”.

Obiettivo che può essere raggiunto solo assicurando il massimo della trasparenza e della correttezza amministrativa.

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