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Sabato, 06 Lug 2024

di Ivan Duca

L’architetto Elisabetta Spitz – solo per inciso ex moglie del deputato, prima Udc e poi Pd, Marco Follini - è stata a lungo direttore dell’Agenzia del Demanio nonché tra gli esecutori dell’operazione “cartolarizzazioni”, anche del Cnr.

Di esperienza nel settore deve averne maturata davvero tanta. Non stupisce, perciò, che la Spitz, lasciata la poltrona di direttore, abbia deciso, il 29 luglio 2011, di costituire una società, la Re Asset Management s.r.l., di cui è amministratore unico, con sede in Roma a Palazzo Taverna, e un capitale sociale di 10 mila euro, detenuto per il 70% dalla medesima.

Oggetto prevalente della società è la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato.

Ancorché di fresca costituzione, la società ha fatto breccia al Cnr, assicurandosi il 24 aprile del 2012, con provvedimento dell’allora direttore generale Fabrizio Tuzi (ora all’Asi), una consulenza di 210mila euro, per soli mille euro al di sotto della soglia comunitaria, per l’affidamento, col sistema del cottimo fiduciario, del “servizio di definizione e implementazione di un sistema di property management per una più efficiente e efficace gestione del patrimonio immobiliare”.

I risultati della consulenza si conosceranno alla fine del corrente anno, quando scadrà il contratto. Non sappiamo se verranno resi pubblici o se seguiranno la sorte dell’incarico alla società Re Asset Management, di cui non sembra esserci traccia sul sito dell’ente.

La fiducia nella Spitz da parte del Cnr non si è fermata alla predetta consulenza ma è andata oltre, dato che la medesima, il 9 ottobre 2012, ha ottenuto l’incarico, nella qualità di amministratore unico della già citata società, di presiedere la commissione esaminatrice della selezione “per l’affidamento dell’incarico di direzione dell’Ufficio sviluppo e gestione del patrimonio edilizio”, riservata al personale interno del Cnr,

A completare la troika commissariale, nominata da Massimiliano Di Bitetto, direttore centrale f.f. supporto alla programmazione e alle infrastrutture dell’ente presieduto da Luigi Nicolais, il responsabile delle Relazioni esterne della società Manutencoop (che gestisce la manutenzione in varie Aree della Ricerca del Cnr), dottor Giovanni Camerano, e il responsabile dell’Area tecnica dell’Agenzia del Demanio, architetto Gianluigi Silvani.

Se su quest’ultimo componente nessuno ha trovato da ridire, diversa è stata la reazione per i primi due, la Spitz e Camerano che, per alcuni, versavano in una sorta di incompatibilità, essendo rappresentanti di società con contratti in corso con l’amministrazione Cnr.

Ma il problema non è questo, bensì l’esito della selezione che, allo stato, a distanza di più di sette mesi dalla nomina della commissione, risulta ufficialmente ignoto, nonostante da tempo una mezza dozzina di candidati, tutti dipendenti Cnr con esperienza nel campo della gestione del Patrimonio edilizio, abbia sostenuto un regolare colloquio.

Il vero colpo di scena, però, c’è stato il 28 marzo scorso, quando è apparso un bando pubblico (n. 364.140),  questa volta a firma del direttore generale dell’ente di piazzale Aldo Moro, Paolo Annunziato, sempre per il conferimento dell’incarico triennale di direzione dell’Ufficio sviluppo e gestione del patrimonio edilizio del Cnr, nel quale si legge, tra l’altro, che “all’esito della selezione riservata, all’interno del Cnr non è presente una professionalità adeguata allo svolgimento dell’incarico” medesimo.

Gli attoniti candidati interni, per i quali ci sarebbe stata una forte quanto vana mobilitazione sindacale nel corso della selezione, seguita dal più totale silenzio dopo la comparsa dell’avviso pubblico, si sono chiesti: “Ma se i risultati della selezione affidata alla commissione Spitz non sono mai stati comunicati, come si fa a scrivere nel bando pubblico che all’interno del Cnr non vi sono professionalità in grado di rivestire l’incarico"? Mistero.

Sta di fatto che nessuno degli esperti interni se la sarebbe sentita di riproporre la propria candidatura alla selezione pubblica.

Intanto, per i corridoi dell’amministrazione centrale, in attesa della nomina della nuova commissione esaminatrice, c’è chi è pronto a scommettere che il prossimo direttore dell’ambito Ufficio sviluppo e gestione del patrimonio edilizio del Cnr potrebbe arrivare direttamente dall’Agenzia del Demanio. E già circola qualche nome.

Per Elisabetta Spitz, invece, da registrare l’affidamento di un altro prestigioso incarico, neppure lontanamente paragonabile a quello del Cnr. Vittorio Grilli, infatti, pochi attimi prima di lasciare a Fabrizio Saccomanni la poltrona di ministro dell’Economia, l’ha nominata amministratore delegato della società  Sgr (100% capitale pubblico), che dovrà gestire la dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato. Qualcosa come 300 miliardi di euro.

Chissà se prima di assumere l’incarico, si libererà delle quote che detiene e delle cariche che riveste nella società Re Asset Management.

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