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Venerdì, 26 Apr 2024

Una richiesta di chiarimenti datata 14 aprile 2015 e sei solleciti scritti, non sono stati sufficienti a Usi-Ricerca per ottenere una risposta dal direttore centrale della gestione delle risorse umane del Cnr, Alessandro Preti. Eppure l’argomento, assai delicato, per non dire scottante, di interesse esclusivo del personale, avrebbe dovuto indurre l’alto dirigente ad evitare di trincerarsi nel più ostinato dei mutismi, che allo stato appare davvero imbarazzante.

Ma veniamo alla vicenda che ha spinto Usi-Ricerca a rivolgersi, con la cortesia e l’educazione che contraddistingue le sue azioni, al predetto direttore centrale, competente ratione materiae, senza ottenere, fino a oggi, nessun riscontro.

E’ accaduto, invero - come già scritto dal Foglietto del 24 marzo scorso - che uno dei più contestati concorsi ex articolo 64 per dirigente di ricerca, quello a 16 posti (poi diventati 21) per l’Area “Scienze della Terra” (tra i pochi ad essere stati decisi sino a oggi dalla giustizia amministrativa), dopo essere stato sonoramente bocciato sia in primo grado che in appello, con giudizi severissimi da parte dei giudici e con consequenziale annullamento della graduatoria finale, sia stato rinnovato, con una nuova commissione che ha redatto una graduatoria di 21 vincitori e 8 idonei, approvata e resa pubblica dall’ente di piazzale Aldo Moro con disposizione dirigenziale n. 0045793 del 25 luglio 2013, nella quale  veniva esplicitamente ribadito quanto già previsto dal bando di concorso e cioè che “Ai predetti vincitori viene attribuito … il profilo professionale di Dirigente di Ricerca … qualora in servizio alla data del presente provvedimento”.

Stranamente, non veniva in alcun modo precisato se i 21 vincitori fossero, in tutto o in parte, in servizio alla succitata data di pubblicazione della graduatoria.

A distanza di poco più di un anno, esattamente il 24 settembre 2014, il Cnr tornava ad occuparsi della graduatoria de qua, per una sorta di errata corrige riguardante la decorrenza giuridica ed economica di cinque dei 21 vincitori, in particolare di quelli classificatisi dal 17° al 21° posto.

Anche in quest’ultimo provvedimento, in disparte alcune inesattezze, il Cnr precisava ancora una volta (art. 2, comma 4) che “l’efficacia e la validità delle nomine disposte nei commi precedenti è subordinata alla permanenza in sevizio dei suddetti dipendenti alla data del presente provvedimento”. A parte quello che può sembrare un errore scusabile, vale a dire che la permanenza in servizio doveva sussistere alla data del precedente provvedimento di approvazione della graduatoria (disposizione del 25 luglio 2013), ciò che non appare scusabile è che ancora una volta l’ente non abbia precisato se i 21 vincitori fossero in tutto o in parte in servizio.

Non si tratta di una questione meramente formale o di lana caprina ma, come vedremo più innanzi, di sostanza. E che sostanza.

Infatti, da accertamenti effettuati dal sindacato Usi-Ricerca è risultato che alla data di approvazione della graduatoria dei vincitori (ripetiamo: 25 luglio 2013), ad essere ancora in servizio presso il Cnr erano soltanto 11 dei 21 vincitori.

Ma vi è di più, sempre ad Usi-Ricerca, risulta che ad essere stati effettivamente nominati dirigenti di ricerca siano stati proprio in 11, mentre gli altri 10 sono stati espunti dalla graduatoria, proprio perché non più in servizio.

Tale espunzione, però, che doveva essere disposta contestualmente alla approvazione della graduatoria dei vincitori, sarebbe stata fatta senza apportare alcuna modifica alla graduatoria stessa, cosa che non ha impedito agli ex dipendenti di attivarsi in sede giudiziaria, ottenendo dal Tar, al posto della mancata nomina a dirigente di ricerca, un congruo risarcimento del danno.

E per gli altri candidati, classificatisi dal 22° al 29°? Se si escludono il 22° e il 23°, anch’essi non più in servizio alla data di approvazione della graduatoria, per gli altri sei non c’è stato neppure uno straccio di comunicazione, perché a tutt’oggi continua incredibilmente a vivere la graduatoria del 25 luglio 2013.

Dopo il nostro articolo, Usi-Ricerca ha ritenuto doveroso chiedere chiarimenti al predetto dottor Preti, allegando ad abundantiam una tabella riassuntiva (file excel) dei candidati in servizio e non alla data di pubblicazione della graduatoria concorsuale di cui al bando n.364.7, documento che dimostra l’incredibile “pasticcio” sfornato a piazzale Aldo Moro.

Ma, anziché rispondere con un mea culpa e ripristinare la legittimità dell’atto in questione, provvedendo immediatamente alla nomina di sei dirigenti di ricerca con effetti giuridici ed economici ex tunc, il Cnr ha scelto la via del silenzio.

A questo punto, non si può escludere che l'incredibile vicenda possa avere risvolti giudiziari. E non solo in sede amministrativa.

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