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Venerdì, 05 Lug 2024

Forse in pochi si aspettavano che sei mesi di gestione commissariale potessero invertire un trend negativo che per tre anni consecutivi (2011, 2012 e 2013) all’Istituto superiore di sanità (Iss) aveva generato disavanzo di competenza (differenza tra entrate accertate e uscite impegnate) per diversi milioni di euro.

La situazione, di cui più volte si è occupato Il Foglietto [1, 2, 3], era stata ritenuta di una certa gravità se è vero, come è, che il ministro della salute (che ha la vigilanza sull’ente di ricerca di viale Regina Elena), a luglio 2014, aveva ritenuto di azzerare l’organo di vertice dello stesso ente (presidente e cda), nominando un commissario straordinario, nella persona di Walter Gualtiero Ricciardi.

La norma alla quale è ricorso il ministro è quella contenuta nell’art. 15, comma 1 bis del decreto-legge 6 luglio 2011 n. 98, convertito dalla legge 15 luglio 2011 n. 111, che testualmente recita: ”Nei casi in cui un ente sottoposto alla vigilanza dello Stato (...) presenti una situazione di disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi, i relativi organi, ad eccezione del Collegio dei revisori, decadono ed è nominato un commissario ...”.

Ebbene, stando a quanto si legge nella Relazione sulla gestione dell’Iss per gli anni 2013 e 2014, pubblicata dalla Corte dei conti il 7 ottobre scorso, l’esercizio 2014 si è chiuso con un avanzo di competenza di 9.627.265 euro.

Se non è un vero miracolo, poco ci manca, anche in considerazione dell’esiguità del tempo in cui si è concretizzata l’inversione di rotta.

Nel corso del 2014,  si legge nella lunga Relazione dei magistrati contabili, l’ente – che conta 2000 dipendenti di ruolo e 470 precari tra i quali 226 ricercatori – “ha indirizzato la sua azione al riequilibrio economico-finanziario, i cui effetti saranno pienamente valutabili a decorrere dall’esercizio 2015”.

In particolare, l’ente ha ridefinito alcune procedure legate alla propria attività che incidevano sulle entrate: è stato aggiornato il tariffario dei servizi resi a terzi; si è dato rilievo al c.d. overhead, ossia la percentuale di rimborso di una quota di spese generali sostenute dall’Iss, e sono stati istituiti tre gruppi tecnici al fine di migliorare l’azione dell’istituto.

In conclusione - per la Corte - l’esame delle risultanze gestionali complessive ed, in particolare, della gestione caratteristica porta a ritenere necessario proseguire con scelte gestionali di contenimento dei costi e di sviluppo dell’attività convenzionale, che consentano all’Istituto di far fronte anche ad eventuali ulteriori limitazioni dei finanziamenti pubblici, dai quali, allo stato, resta ancora quasi totalmente dipendente.

Anche in questa occasione, Il Foglietto non può esimersi dal riproporre una domanda che fino a oggi non ha trovato risposta: perché all’Iss è stata applicata la norma sul commissariamento in caso di disavanzo di competenza per almeno due annualità e in altri enti, anch’essi in passato deficitari per un biennio, come Istat, Ingv, Cnr, non si è ricorso ad analogo provvedimento?

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