Venerdì scorso, dopo mesi di continui stop and go, con la firma dell’ipotesi di accordo sul salario accessorio per gli anni dal 2011 al 2013, è calato il sipario.
A sottoscrivere l’intesa con l’amministrazione, una sola sigla sindacale su cinque aventi la rappresentatività: la Cgil.
All’appello manca un milione di euro, che l’amministrazione ha “tagliato”, per effetto di una norma che, come evidenziato sin da marzo scorso dal sindacato Usi-Ricerca, ma non da altri, non trova applicazione all’Istat che, nel periodo dal 2011 al 2013, non ha fatto registrare alcuna riduzione di personale in servizio ma, addirittura, un aumento.
Se tale norma fosse stata correttamente applicata, le risorse per indire procedure selettive per progressioni economiche e di livello del personale tecnico e amministrativo avrebbe permesso di emanare bandi per un numero di posti pari a quello dei partecipanti, che ora invece dovranno accontentarsi di molto meno.
Si tratta di un epilogo che non sembra sia stato accolto con entusiasmo dal personale e che, stando ai rumors, potrebbr generare un contenzioso.