Dopo le infinite polemiche scoppiate a seguito dell’espletamento dei concorsi interni ex articolo 64, culminati nella pubblicazione di un Libro bianco e in un massiccio ricorso dei danneggiati agli organi di giustizia, una nuova bufera concorsuale si è abbattuta le scorse settimane sul Cnr. A sparare sull’ente di piazzale Aldo Moro è stato questa volta il settimanale Panorama con un articolo del 17 dicembre, titolato “C’è chi ha un santo in discarica?” (disponibile su Notizie di www.usirdbricerca.it).
Sotto accusa sono finite le procedure con le quali l’Istituto sull’inquinamento atmosferico, con sede in località Monterotondo, al chilometro 29,300 della via Salaria, ha svolto due concorsi pubblici per l’assunzione di un collaboratore tecnico per lo svolgimento di attività di “analisi del mercato dei finanziamenti per le ricerche ambientali e creazione banche dati”. Il titolo di studio richiesto era solo ed esclusivamente il “diploma di maturità classica”. A far gridare allo scandalo è stato il fatto che, in occasione del primo concorso, l’allora direttore dell’Istituto del Cnr, Ivo Allegrini, avrebbe firmato la nomina del vincitore (unico partecipante) il 28 marzo 2008, mentre la commissione avrebbe esaminato il candidato il 17 aprile successivo, vale a dire 23 giorni dopo la nomina.
Al Foglietto risulta anche che la graduatoria del concorso, oltre a non essere mai approdata sul sito del Cnr (come avrebbe dovuto), non è mai stata approvata dal direttore d’Istituto. Da guinness dei primati anche la seconda procedura selettiva, questa volta gestita da Nicola Pirrone, successore di Allegrini. Dai documenti in possesso del Foglietto risulta anche che la commissione esaminatrice è stata nominata il 21 maggio 2009 con un provvedimento recante un doppio timbro e due firme del direttore, che non sembrano apposte dalla medesima persona. La prima e unica riunione della commissione, poi, si sarebbe svolta il 28 maggio, nel corso della quale i membri avrebbero fissato i criteri d’esame; valutato i titoli e interrogato i 3 candidati. Il direttore, nel medesimo giorno, avrebbe anche assunto il vincitore (lo stesso del primo concorso), ricordandosi però di approvare la graduatoria solo qualche giorno dopo: il 1° giugno. Ma si sa: nei concorsi pubblici la graduatoria è solo un dettaglio.