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Sabato, 27 Apr 2024

In Italia, le aziende agricole superano di poco il milione e seicentomila unità. A contendersi da sempre la palma di quella più grande, sono tre società private: Bonifiche Ferraresi, Torviscosa e Maccarese. La prima, controllata per oltre il 60% da B.F. Holding spa, con circa 5400 ettari; la seconda, con 3800 ettari, posseduta per il 50% dalla Holding Fin. Prog. Italia di Ennio Doris e per l’altro 50% dalla famiglia Andretta, e, la terza, di proprietà della famiglia Benetton, con 3200 ettari.

Non sono in tanti, forse, a sapere che vi è un ente pubblico di ricerca, denominato Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea; fino a qualche mese fa, Cra), che se non è la più grande azienda agricola italiana, poco davvero ci manca, con una consistenza di circa 330.000 mq di superficie sviluppata in fabbricati e di oltre 5300 ettari di superficie fondiaria, come leggesi nell’ultima Relazione sulla gestione dell’ente, pubblicata il 14 ottobre scorso dalla Corte dei conti, che riferisce anche altre importanti notizie che, di seguito, riportiamo.

Rientrano nel patrimonio del Cra, infatti, 86 aziende, detenute in proprietà, per un totale di oltre 4.510 ettari, ed altre 15 concesse in uso perpetuo e continuo dal Demanio, per una superficie totale di oltre 825 ettari.

Complessivamente, il Crea gestisce aziende per un totale di oltre 5.335 ettari. Le aziende in proprietà sono distribuite su 18 Regioni e sono assenti solo in Valle d’Aosta ed in Sardegna. In quest’ultima Regione, tuttavia, il Crea è presente con una propria struttura a Sanluri, che dispone di terreni demaniali.

Non omogenea è la distribuzione dei terreni tra le diverse Regioni: nel Lazio è presente il 53,36% dei terreni detenuti in proprietà, segue la Puglia con il 14,71% del totale, l’Emilia Romagna con il 9,55% del totale, il Piemonte con il 6,04% e la Lombardia con il 4,56%. Al di sotto del 2% la percentuale dei terreni in proprietà presenti nelle rimanenti Regioni. Per quanto riguarda il Lazio, la maggior parte dei terreni (79,37%) è gestita dal Centro di ricerca per la produzione delle carni e il miglioramento genetico, seguito dal Centro Patologia Vegetale (6,45%) e dall’Unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei Cereali (5,76%).

In linea generale, ad ogni Centro e/o Unità di ricerca è associata una quantità di superficie destinata a soddisfare il fabbisogno necessario alle attività di ricerca e di sperimentazione. Si tratta di superfici variabili di anno in anno in relazione al numero di progetti di ricerca finanziati ed alle collaborazioni attivate e attivabili e, pertanto, non esattamente quantificabili annualmente.

Una parte dei terreni per attività sperimentali è destinata al mantenimento delle collezioni di specie e di varietà animali e vegetali, molte delle quali a rischio di estinzione, che costituiscono un patrimonio di elevato pregio per la conservazione della biodiversità. Altri sono utilizzati per l’autoapprovvigionamento dei prodotti o per la produzione da destinare al mercato.

Le entrate dell’ente del 2013 sono state pari a 139.633.751 euro. Le risorse erogate dal Ministero dell’agricoltura, che ha la vigilanza sul Crea, ammontano complessivamente a 101.073.010 euro, di cui 91.030.106 euro a titolo di spese obbligatorie e 10.042.904 euro a titolo di funzionamento. La voce “altri trasferimenti Ministero dell’agricoltura per progetti finalizzati” indica 4,375 milioni  (10,187 milioni, nel 2012), mentre le risorse accertate per altri trasferimenti statali registrano una rilevante contrazione rispetto all’anno precedente passando da 8,478 milioni di euro a 2,991 milioni di euro. I trasferimenti da parte delle Regioni risultano in aumento rispetto al precedente esercizio del 67%, attestandosi a 3,924 milioni di euro (2,351 milioni di euro nel 2012).

La voce “trasferimenti da altri enti del settore pubblico e privato” è anch’essa in aumento (+55%) e raggiunge i 7,044 milioni di euro (4,534 milioni di euro nel 2012) ed è composta per il 57% di contributi erogati da enti pubblici e per il 43% di contributi erogati da privati.

La voce “altre entrate” è pari a 20.132.773 euro. Gli aggregati che la compongono si riferiscono ad entrate derivanti dalle vendite di beni e dalla prestazione di servizi, per 11.750.370 euro (in prevalenza costituita dalle risorse derivanti dalla voce “proventi delle certificazioni”, riconducibile al Centro di sperimentazione e certificazione delle sementi pari a 6.087.236 euro); entrate derivanti dai “ricavi della vendita di prodotti” pari a 2.840.734 euro e proventi patrimoniali, riferiti agli affitti degli immobili di proprietà dell’Ente, per 538.790 euro.

La gestione di competenza dell’esercizio 2013 ha fatto registrare un disavanzo di 1.709.055 euro; l’avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2013 è pari a 140.710.552 euro; il risultato economico è negativo per 4.492.714 euro.

Le risultanze evidenziano un patrimonio netto di 162.548.270 euro, in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (170.957.205 euro), a causa principalmente dell’assorbimento delle poste patrimoniali dell’ex Inran che, nel 2013, è stato assorbito dal Cra il quale, nel 2014, dopo aver incorporato l’Inea, ha dato vita al Crea, che è stato affidato dal Ministero dell’agricoltura a una gestione commissariale.

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