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Domenica, 05 Mag 2024

Il comma 222-quater della Legge finanziaria 2010, introdotto nel 2014, ha imposto alle pubbliche amministrazioni di predisporre un piano di razionalizzazione delle sedi che garantisca, per il 2016 rispetto al 2014, una riduzione non inferiore al 50 per cento sulla spesa per locazione passiva di immobili e del 30 per cento in termini di spazi complessivamente utilizzati.

Il piano di razionalizzazione predisposto dall’Istat per allocare i dipendenti delle sedi romane in attesa della realizzazione della sede unica, prevedeva nel 2016 una riduzione dei canoni di locazione a 3,6 milioni di euro (dai 5,8 del 2014), comunque superiore di 700 mila euro rispetto ai 2,9 milioni fissati nell’obiettivo dell’Agenzia del Demanio.

Da alcuni nostri riscontri preliminari, sembra però che l’Istat, nell’anno appena trascorso, abbia speso per l’affitto di immobili a Roma quasi 5 milioni di euro, 2 in più del consentito.

Rispetto alla capienza massima di ciascuna sede, ci sono oggi circa 200 scrivanie vuote a viale Oceano Pacifico, 150 a via Tuscolana, 60 a viale Liegi e 50 nella nuova sede di via Balbo 39. Senza contare che altri 50 posti saranno disponibili una volta completati i lavori di ristrutturazione al secondo piano di via Balbo 16 e che i dipendenti in telelavoro hanno a loro disposizione una postazione in ufficio, spesso inutilizzata.

La politica immobiliare dell'Istat non appare votata al risparmio.

E le cose non dovrebbero migliorare nel 2017, visto che l’apertura della nuova sede di Piazzale Marconi all’Eur (circa 750 mila euro l'anno di affitto) in sostituzione di quella di viale Oceano Pacifico, inizialmente prevista per marzo, per il momento è rimandata.

Nessun passo in avanti, poi, sul fronte della realizzazione della sede unica a Pietralata, dopo che lo scorso anno l’Istat aveva aderito al piano triennale di investimenti dell’Inail.

Resta da vedere a questo punto se qualcuno al Ministero dell’Economia verificherà il mancato raggiungimento dell’obiettivo, applicando, così come previsto dalla normativa, una riduzione di pari entità sullo stanziamento per l’acquisto di beni e servizi.

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