di Adriana Spera
Nell’editoriale della scorsa settimana "Chi ci protegge dalla protezione Civile?" si ricordava ai lettori la battaglia che Usi/RdB e Il Foglietto avevano solitariamente condotto, nel 2008, all’indomani dell’inserimento della nuova sede dell’Istat (costo presunto, circa 120 mln di euro) tra le opere celebrative dei 150 anni dell’Unità d’Italia che, per la loro realizzazione, avrebbero usufruito delle corsie preferenziali dell’autostrada riservata alle emergenze della premiata ditta Protezione Civile.
La reazione scandalizzata fu davvero incisiva, anche perché l’Istat, nato in pieno ventennio fascista, nulla aveva a che fare con gli ideali risorgimentali del nostro Paese. Il grido d’allarme fu raccolto dalla grande stampa, Espresso e Corriere della Sera in testa, che dedicarono alla vicenda due memorabili servizi.
La gara d’appalto, bandita nell’ottobre 2008 dalla struttuta Grandi eventi guidata da Angelo Balducci, a gennaio del 2009 subì una battuta d’arresto per alcune modifiche tecniche al progetto richieste dal Campidoglio. Con l’avvento all’Istat della nuova gestione (Giovannini, presidente), nell’ottobre scorso l’ente ha chiesto a Balducci di depennare la costruzione della sede dell’Istat dall’elenco delle opere celebrative.
In pratica, è passata la tesi sostenuta da Usi/RdB e dal Foglietto, oer cui l’opera verrà realizzata con gli strumenti di legge ordinari. Lo scandalo che sta ora travolgendo i vertici della potente struttura Grandi eventi, ha fatto venire alla luce le grandi manovre che la tristemente nota “cricca” stava mettendo in atto per accaparrarsi il mega appalto istat.
Il Corriere della Sera del 19 febbraio scorso ha pubblicato all’interno dell’articolo ”Il giudice, il denaro e il costruttore”, lo stralcio di alcune intercettazioni tra Francesco Piscicelli (lo sciacallo, quello che la notte del terremoto a L’Aquila rideva col cognato della tragedia, ndr) e Antonello Colosimo, potente magistrato della Corte dei conti, il quale il 20 ottobre 2008 alla domanda di Piscicelli se conosce il presidente dell’Istat, risponde: “Lo conosco bene, perché?”.
Semplice, perché Piscicelli e il suo sodale Riccardo Fusi puntavano al lauto appalto. Il 7 novembre, Colosimo ragguaglia Piscicelli sulla vicenda dicendo che bisogna attendere la scadenza dei termini per la presentazione delle offerte, ma che c’è un problema: “Ci sono grossi colossi che stanno...”.
Ma Piscicelli risponde sicuro: “Ma anche noi siamo un colosso...”. Del malaffare.