di Paolo Vita
Sei ricercatori del Ceris (Istituto di ricerca sull'impresa e lo sviluppo) rompono il muro del silenzio sulle commissioni di concorso del Cnr e chiedono
con una lettera del 25 giugno scorso indirizzata al presidente del Cnr, Luciano Maiani, al vice presidente, Roberto de Mattei, al direttore generale, Fabrizio Tuzi, e al dirigente dell'Ufficio concorsi, Rosanna Guernieri, maggiore imparzialità nella costituzione delle commissioni d'esame.
In particolare, i sei fanno riferimento agli esaminatori del concorso pubblico (numero 364.88) per primo ricercatore - Area Scienze Economiche e Scienze Statistiche e Demografiche - che sono l'ex direttore dell'Irat, Giuseppe Vito; l'ex direttore dell'Irem (ora Issm), Adalgiso Amendola; l'ex direttore dell'Istituto di Ricerca sulla Popolazione (ora Ispps), Antonio Golini; il dirigente di ricerca dell'Ispps, Corrado Bonifazi e il professor Vincenzo Patrizii dell'Università di Firenze.
Nomi che ai sei ricercatori autori della lettera fanno pensare che la "Commissione potrebbe risultare non imparziale, poiché costituita a larga maggioranza da ex direttori e diretti colleghi dei candidati degli istituti Irat, Issm e Irpps, partecipanti al bando in oggetto tra i quali sono intercorsi rapporti non solo di semplice conoscenza personale ma anche di diretto rapporto di lavoro, con conseguente evidente pregiudizio per altri candidati le cui competenza scientifiche, per di più, non sono assolutamente rappresentate".
I sei ricercatori domandano a Maiani di non avere commissari che "abbiano avuto collaborazioni o interessi in comune con i candidati partecipanti al bando dell'Area Scientifica Q.1 e Q.2" e anche che "non siano stati direttori degli istituti da cui provengono i candidati".
Se non bastasse, tra i commissiari mancano membri esperti di Economia Applicata (campo nel quale opera il 30% dei candidati) e i sei ricercatori chiedono che nella commissione vi siano componenti che rappresentino anche tale disciplina. Ciliegina sulla torta, non vi è tra i membri effettivi della commissione di concorso una donna (ce n'é solo una, ma come supplente), benché il dlgs 29/93 e s.m.i. prescriva che almeno un terzo dei posti nelle commissioni d’esame venga riservato alle donne, salva motivata impossibilità.
Ora bisognerà vedere se questa richiesta del rispetto delle regole, unita al recente rinvio a giudizio da parte della Procura della Repubblica di Roma di un'intera commissione di concorso del Cnr (vedi il Foglietto del 30/6/10), spingeranno Maiani ad ascoltare le istanze dei sei ricercatori.