di Paolo Vita
Il bilancio 2009 della Fondazione Monasterio, la creatura del professor Luigi Donato, certifica la morte dell’attività di ricerca in quello che una volta era l’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, visto che a fronte di costi della produzione per complessivi 64,3 milioni di euro, alla ricerca scientifica sono stati destinati 39.501 euro. Una vera miseria.
Eppure più di 50 ricercatori dell’ente guidato da Luciano Maiani sono al servizio della Fondazione, pur essendo pagati dal Cnr. Forza lavoro di eccellenza, che la Monasterio utilizza per lo svolgimento di attività, che con la ricerca hanno poco a che fare.
Per il personale dipendente, nel 2009, la Fondazione ha sostenuto un onere pari a 9,2 milioni di euro, a fronte dei 4,3 milioni del 2008.
Ma la Fondazione oltre ad utilizzare (a costo zero) personale del Cnr, che non è mai stato formalmente autorizzato a svolgere attività presso la Monasterio, impiega anche lavoratori della Asl 1 di Massa Carrara e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
A queste ultime, però, rimborsa per intero l’utilizzo dei predetti lavoratori (oltre 15,5 milioni di euro nel 2009) mentre, come dianzi detto, il Cnr non riceve alcuna contropartita dalla Fondazione per l’utilizzo del suo personale.
Una prassi anomala che distoglie risorse dell’ente presieduto da Maiani dall’attività di ricerca.
Si tratta di una vicenda che dopo gli articoli del Foglietto sta togliendo il sonno sia al governatore della Toscana, Enrico Rossi, che al presidente del Cnr, i quali dopo uno scambio di lettere hanno incaricato una commissione bilaterale di superare quelle che la direzione dell’Ifc di Pisa di recente ha definito “criticità che si sono sviluppate all’ombra dell’ambiguità delle carte costitutive” della Fondazione Gabriele Monasterio.