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- di Maurizio Sgroi
Ora non vi offendete se i vostri amici dall’estero vi dicono che siamo un paese di poveracci.
Immediatamente dopo l’affossamento a Palazzo Madama dell’emendamento n. 55.21, primo firmatario Francesco Verducci (Pd), è cominciata a circolare la voce, ripresa anche da autorevoli organi di stampa, che la questione non era ancora chiusa perché alla Camera sarebbe stata nuovamente oggetto di discussione.
Come tutti gli esercizi econometrici, anche la recente analisi di due economisti pubblicata dalla Fed di Cleveland che mette in relazione l’immigrazione con la disoccupazione e la possibile emigrazione dei lavoratori locali meno skillati è da prendere con le proverbiali pinze, ma non può essere ignorata. Se non altro perché sembra confermare ciò che tanti pensano (o temono): di fatto i lavoratori immigrati fanno concorrenza ai lavoratori meno qualificati del paese che li ospita col risultato che questi ultimi rischiano di uscire dal mercato del lavoro o essere costretti a lasciare il paese per altre destinazioni. Come dire: l’immigrazione provoca emigrazione.
Per la prima volta in Italia, nella Clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico Duilio Casula di Cagliari, diretta dal professor Roberto Puxeddu, è stato eseguito un delicato intervento di reinnervazione laringea bilaterale selettiva, per ripristinare la mobilità delle corde vocali di una donna di 42 anni, portatrice di tracheostoma, affetta da paralisi bilaterale delle stesse corde vocali, come complicanza di un intervento di tiroidectomia totale.
La circolare n. 3 del 23 novembre scorso, emanata dal ministro della semplificazione e la pubblica amministrazione, avente ad oggetto “indirizzi operativi in materia di valorizzazione dell’esperienza professionale del personale con contratto di lavoro flessibile e superamento del precariato”, è stata presentata, e ripresa dai media, come lo strumento idoneo a garantire la creazione di 50 mila posti di lavoro a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione.
Lo scorso 23 novembre è stato presentato presso la Sala della Comunicazione del Miur, il Referto sul sistema universitario, redatto dalla Corte dei conti, a cura dei consiglieri Vincenzo Palomba, Luisa D’Evoli e Donatella Scandurra.
Mentre continua la corsa contro il tempo all’Aran per “sfornare”, dopo ben 8 anni di blocco, il contratto del pubblico impiego per il triennio 2016-2018, con le retribuzioni inchiodate all’anno 2009, si cominciano a fare i conteggi degli arretrati che gli oltre 3,2 milioni di pubblici dipendenti dovrebbero trovare in busta paga, a saldo del biennio 2016-2017, alla vigilia della tornata elettorale, come auspicato e sollecitato dalle forze politiche di governo. Un’impresa assai ardua, che richiederebbe la chiusura delle trattative entro la fine dell’anno, per consentire, poi, l’acquisizione del nulla osta sia da parte del ministero dell’economia che della Corte dei conti.
Sono bastati un pugno di anni alle compagnie che vivono del web per raddoppiare i ricavi. Più che raddoppiarli. Gli altri settori, quelli che amministrano le noie della nostra vita quotidiana, vivacchiano. Ma i padroni del websoft, che amministrano le gioie dell’effimero, prosperano.
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