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- di Biancamaria Gentili
Lunedì scorso, il Miur ha pubblicato l’atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per l’anno 2017.
Lunedì scorso, il Miur ha pubblicato l’atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per l’anno 2017.
Il problema degli italiani, mi dico fra serio e faceto, è che hanno troppi soldi in banca. Per cui adesso rischiano di perderli. Questo pensiero tragicomico ha l’aggravante di essere supportato da una ricognizione svolta nell’ultimo staff report del Fmi dedicato all’Italia, dove vengono presentati alcuni grafici, fra i quali uno che confronta l’esposizione delle famiglie verso le banche nei principali paesi europei. Quasi il 40% degli investitori domestici in obbligazioni bancarie, racconta questo grafico, sono famiglie, praticamente il triplo che in Germania, seconda classificata, con le famiglie spagnole e olandesi in coda con percentuali inferiori al 5%. Dovremmo dire che le famiglie spagnole o olandesi sono state più scaltre delle nostre? Più probabilmente, veniamo da storie molto diverse che spiegano queste profonde differenze.
Un gruppo di ricerca internazionale, guidato da Caterina La Porta e Stefano Zapperi, del Centro della Complessità e dei Biosistemi dell’Università di Milano, è riuscito a identificare le leggi fisiche che regolano le migrazioni cellulari di massa.
A quasi quindici mesi dalla sentenza della Consulta, che ha ritenuto incostituzionale il blocco dei contratti pubblici che, ormai, si protrae da sette anni, la trattativa per il rinnovo continua a segnare il passo.
È dedicata a una ricerca realizzata presso il Laboratorio di Probiogenomica dell’Università di Parma, coordinato dal professor Marco Ventura e da un team internazionale, la copertina di uno degli ultimi numeri di Environmental Microbiology.
Per carità: è soltanto un esercizio teorico, ossia il modo politically correct sperimentato ai giorni nostri per parlare a suocera affinché nuora intenda. Però fa riflettere la casuale circostanza che la Commissione Ue abbia rilasciato alcune settimane fa un paper molto eloquente (“Public Investment Stimulus in Surplus Countries and their Euro Area Spillovers”), dove si mettono in evidenza i grandi vantaggi di cui l’eurozona potrebbe giovarsi qualora i paesi in surplus dell’area, segnatamente Germania e Olanda, profittassero dei tassi bassi di interesse per emettere nuovo debito con il quale fare ripartire gli investimenti produttivi.
In questo teatro dell’assurdo, in cui a proporre referendum costituzionale è il governo e non, come dovrebbe essere, le forze d’opposizione, capita anche di sentire, rectius di leggere, dato che ne sono tappezzati i muri di tutte le città, manifesti secondo i quali i sostenitori del Sì sarebbero favorevoli alla semplificazione, lasciando implicitamente intendere che i sostenitori del No sarebbero invece favorevoli alla “complicazione”, come se tutto fosse così geometrico e lineare.
Con il visto da parte della Corte dei conti, è giunto al termine il lungo iter che ha caratterizzato due provvedimenti vitali per gli enti pubblici di ricerca vigilati dal Miur.
“La domanda mondiale è cresciuta a un ritmo solo moderato e l’inflazione è rimasta persistentemente bassa nelle economie avanzate e in alcune economie emergenti nonostante un lungo periodo di politiche monetarie eccezionalmente accomodanti”. Così scrive la Bis in uno dei capitoli della sua ultima relazione annuale dove si analizza l’efficacia delle decisioni di politica monetaria sull’economia.
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