Tutti hanno appreso, con non poco ma comprensibile sconcerto, degli episodi in cui sono rimasti coinvolti alcuni magistrati: Silvana Saguto, presidente della Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, che sembra aver fatto un uso distorto dei beni sequestrati ai mafiosi; Guglielmo Muntoni, omologo di Saguto a Roma, che, stando alle intercettazioni rese note dalla stampa, pare si sia offerto di “precettare i suoi amministratori” affinché chiamassero nell’amministrazione dei beni sequestrati il marito della stessa Saguto; infine, Anna Scognamiglio, giudice presso il Tribunale di Napoli, che sembra aver utilizzato il provvedimento relativo alla non applicabilità per il governatore della Campania della legge Severino al fine di aiutare il marito ad ottenere un prestigioso incarico in una Asl, sempre in Campania.