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- di Rocco Tritto
All’inizio del secondo decennio del terzo millennio, appare utile guardare all’anno appena iniziato per mettere a fuoco i gravi problemi che affliggono la nostra comunità e, in particolare, il mondo del lavoro.
di Rocco Tritto
L'anno 2009, che ci stiamo per lasciare alle spalle, da tanti nel nostro Paese non sarà certo ricordato con piacere. Anzi. In disparte le performance sconcertanti e a volte surreali, ma comunque negative, di chi ci governa, tutte degne di miglior sorte, a spegnere il sorriso e a togliere serenità a milioni di lavoratori e alle loro famiglie, che sono quelli che pagano puntualmente le tasse e che non hanno bisogno di scudi fiscali, ci ha pensato la sempre viva frenesia di chi vuole accumulare ricchezza a qualsiasi costo, anche chiudendo centinaia di fabbriche (per trasferirle in altri Paesi) e licenziando migliaia e migliaia di lavoratori.
"Per l'Istat 150 mila famiglie e quasi 500 mila poveri in più nel 2008 rispetto al 2007 non significano nulla, dal momento che giudica "sostanzialmente stabile a livello nazionale" l'incidenza della povertà assoluta, passata dal 4,1% al 4,6%.
E' questo lo sconcertante commento - fornito dall'Istituto di Statistica ai dati diffusi oggi sulla povertà assoluta - che mistifica la realtà anche a dispetto dell'evidenza dei suoi stessi numeri.
Si tratta dell'ultimo atto di strabismo statistico della gestione Biggeri in Via Balbo che può far piacere al governo di turno ma non a chi ha veramente a cuore le sorti del Paese."
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