Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), con entrate accertate, nel 2016, pari a 814 milioni, di cui 587 assegnati dal Miur, non avendo risorse per finanziare alcuni degli interventi previsti nel Piano triennale di attività edilizia 2016-2018, approvato dal cda dell’ente il 16 dicembre 2016, riguardanti sedi disseminate sul territorio nazionale, nei mesi scorsi ha bussato alla porta della Cassa depositi e prestiti (Cdp) - società per azioni a controllo pubblico, il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’economia e delle finanze - chiedendo e ottenendo un mutuo di poco superiore a 13 milioni di euro.
Cdp – come noto – per le operazioni di finanziamento a favore di terzi, utilizza fondi rimborsabili sotto forma di libretti di risparmio postale e di buoni fruttiferi postali, assistiti dalla garanzia dello Stato e distribuiti attraverso Poste Italiane spa o società da essa controllate, e fondi provenienti dall’emissione di titoli, dall’assunzione di finanziamenti e da altre operazioni finanziarie, che possono essere assistiti dalla garanzia dello Stato.
Il debito complessivo - che, al lordo di interessi (oltre 1,5 milioni), ammonta a poco più di 14,5 milioni - dovrà essere estinto dal Cnr in 12 anni, con rate semestrali di 600 mila euro (100 mila euro mensili).
Il provvedimento, con il quale il cda ha deliberato l’accensione del maxi mutuo, non è mai stato reso pubblico dal Cnr, mentre - a quanto risulta al Foglietto - il contratto con la Cdp, datato 28 dicembre 2016, è stato sottoscritto per lo stesso Cnr dal direttore generale, su autorizzazione del presidente dell’ente.
Sembra, infine, che la Cdp avrebbe assegnato al mutuo in questione un profilo di rischio alto.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.