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Giovedì, 28 Mar 2024

Il 1° luglio scorso il Consiglio nazionale delle ricerche ha trasmesso alla società proprietaria dell’immobile adibito a sede dell’Istituto di scienze neurologiche di Mangone (CS) una nota il cui oggetto recita “contratto di locazione Immobiliare Pianolago CNR; inadempienza manutentiva presso immobile sede Cnr di Mangone”.

Nella nota il dirigente dell’Ufficio Gestione del Patrimonio Edilizio dell’ente di piazzale Aldo Moro comunica che “a seguito di diverse segnalazioni pervenute negli ultimi mesi in merito ai disservizi dell’impianto di climatizzazione si è reso necessario effettuare sopralluogo” e che, “dopo attenta valutazione delle implicazioni in termini di benessere dei luoghi di lavoro si ritiene che la risoluzione della problematica relativa al condizionamento dei locali del Cnr di Mangone sia da mettere prontamente in campo a carico della Proprietà come meglio sancito nel contratto”. In tale nota, poi, si sottolinea “che tale azione di salvaguardia si sarebbe dovuta porre in essere in tempi adeguati a poter affrontare al meglio la stagione estiva”.

Inoltre, nella medesima nota si segnala “che nei giorni scorsi, in occasione del CDA CNR, l’Ente ha appreso dell’esistenza di un documento sottoscritto dalle parti nell’ambito del rapporto locativo in oggetto che prevedrebbe la facoltà del Cnr di recedere anticipatamente dal contratto in qualsiasi momento con preavviso di almeno 12 mesi” (trattasi di documento datato 21 dicembre 2000 e registrato presso l’Ufficio del Registro – Agenzia delle Entrale di Cosenza il 4 gennaio 2001, ndr).

In conclusione, la nota recita che “entro il 30 giugno 2018 i locali oggetto del contratto di locazione saranno rilasciati dal Cnr”.

Si chiude così la vicenda relativa alla locazione dello stabile del Cnr di Mangone (CS), già oggetto di numerosi articoli del Foglietto e di atti di sindacato ispettivo parlamentari, nei quali si evidenziava una forte discrepanza tra quanto effettivamente pagato dal Cnr stesso per il canone di locazione (520mila euro annui) e quanto ritenuto congruo dall’Agenzia delle Entrate a settembre del 2014 (163mila euro annui). Da ultimo, della vicenda si è occupata anche la trasmissione Striscia la notizia’ dell’8 maggio 2017.

L’inopinata decisione di rilasciare l’immobile in questione prima della scadenza naturale del contratto di locazione (2 aprile 2019) sembra confliggere con quanto dichiarato dal presidente Massimo Inguscio, a poche ore dalla messa in onda del servizio di Striscia la notizia, allorquando affermava che: “I contenuti oggetto del servizio di Striscia la notizia, trasmessi nella puntata dell'8 maggio, concernenti il contratto di locazione della sede Cnr di Mangone (CS) hanno destato motivato disappunto ed hanno costituito oggetto di approfondimento nel corso della odierna riunione del Consiglio di Amministrazione dell'Ente, con l'impegno dell'Amministrazione e del Collegio dei revisori dei conti a svolgere ulteriori accertamenti e verifiche. Mi preme rilevare che trattasi di questione risalente nel tempo, sin dal 1990, e alla quale più volte si sono interessate le precedenti amministrazioni del Cnr che hanno chiarito la legittimità delle procedure seguite. Nel caso concreto il canone pagato per la sede del Cnr di Mangone, da ultimo rinnovato nel 2014, è stato ridotto nel tempo, in applicazione della normativa subentrata in materia di locazioni pubbliche. Ciò premesso, nell'ambito del processo in corso di intensa razionalizzazione dei costi del Cnr, tra cui quelli relativi alle locazioni immobiliari delle sedi dell'Ente sul territorio, il Cnr coglierà l'occasione della prossima scadenza del contratto di locazione dell'immobile di Mangone per valutare ogni opportuna azione finalizzata all'ulteriore riduzione degli oneri a carico dell'Ente”.

Dalla lettura di tale comunicato, infatti, era parso di capire - ma forse ci eravamo sbagliati - che l’Ente, ritenendo la piena correttezza del proprio operato, fosse determinato a pagare, fino alla scadenza contrattuale del 2 aprile 2019, il canone canone di locazione in vigore che, però, risultava essere di gran lunga superiore a quello ritenuto congruo dall’Agenzia delle Entrate, rinunciando di fatto ad avvalersi della facoltà di recesso anticipato, contrattualmente pattuito sin dal 21 dicembre del 2000, come sopra evidenziato.

Per l’utilizzo del predetto immobile, la cui locazione risale all’inizio degli anni 90, il Cnr, ad oggi, ha pagato canoni per circa 20 milioni di euro, laddove il valore di acquisto dello stesso è stato valutato, sempre dall’Agenzia delle Entrate nel settembre 2014, pari a circa 2,6 milioni di euro.

Importanti risorse economiche che, forse, più utilmente potevano impiegarsi per finanziare attività di ricerca e permettere la stabilizzazione di tanti precari nell’Ente, così come oggi previsto dal Decreto Madia. Risorse che, in parte, potevano anche impiegarsi per potenziare la dotazione organica di personale dello stesso Isn di Mangone che, nel tempo, da una sessantina di addetti presenti nel 2011, scendeva ad una trentina nel 2014 (quando si insediava il nuovo management locale), per ridursi alle odierne 16 unità a tempo indeterminato.

A questo punto il quesito al quale l’Ente dovrà fornire adeguata risposta è: quale sarà la futura collocazione dell’Isn di Mangone?

Tra le soluzioni possibili, appare plausibile e coerente con la missione ed operatività scientifico-sanitaria dello stesso centro di ricerca una sua riallocazione in ambito universitario o presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza.

E’ auspicabile, comunque, che i vertici dell’ente adottino tempestivamente scelte molto attente, volte alla salvaguardia e al rilancio dell’Isn, anche al fine di garantire alla comunità locale servizi di diagnosticaservizi di diagnostica avanzata di rilevante importanza per la sanità calabrese. Scelte da cui dipendono le sorti di una comunità scientifica già molto provata, che in anni passati ha dimostrato grandi capacità, raggiungendo importanti risultati.

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